La nostra amica Marinella Correggia, pacifista e giornalista (per quanto siano utili queste e altre etichette) suggerisce la lettura di questo breve ma assai significativo articolo. Quello che sembra incredibile è la data: è stato scritto lo scorso luglio.
Il governo Monti prepara un’altra guerra-umanitaria questa volta nel lontano paese africano del Mali.
“Abbiamo un nuovo Afghanistan che sta per esploderci sotto i piedi con l’islamizzazione del Mali”. Sono le parole del ministro italiano per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, che in un’intervista al Corriere della Sera usa termini come la “cooperazione” e la “stabilita’” per giusticare un’eventuale prossimo intervento militare del Belpaese in Africa.
“La cooperazione non è un lusso”, ha detto Riccardi, “un Paese che si proietta nella globalizzazione deve fare cooperazione, che non è solo solidarietà ma anche connessione robusta del sistema Italia con gli altri”.
Ovviamente il ministro Riccardi per la “Cooperazione internazionale” intende dar una mano alla Francia di Hollande gia’ impegnata in piani a dir poco coloniali nel paese africano dove lo scorso marzo si e’ verificato un golpe militare in funzione anti democratica sostenuto da paesi occidentali. Lo scorso 12 luglio, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha definito “probabile” lanciare “un intervento militare da parte di potenze straniere per mettere fine alla situazione di anarchia in Mali, dove forze legate ad al Qaeda controllano vaste fasce di territorio”.
Il ministro Riccardi infatti vede nel Sahel “una delle zone prioritarie di intervento italiano” non perche’ li’ ci sono almeno 18 milioni di persone che stanno morendo della fame ma perche’ “da li’ passano le rotte del traffico di armi e uomini” e perche’ lì il nord del Mali “rischia di essere il nuovo Afghanistan con la presa di controllo da parte degli islamici legati ad al-Qaeda”.
Ma questa frase, ‘fare la guerra in nome della lotta al terrorismo’, non vi suona familiare?!
Fonte: Radio Italia Irib
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