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I rom della Bigattiera sotto sgombero

Francesco Biagi
01 Novembre 2014


Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.

 Martin Niemöller

bambini-rom

di Francesco Biagi

La città di Pisa continua ad essere una città dove i più deboli e oppressi vengono “puniti” per l’indigenza in cui vivono e di cui soffrono. Essere poveri, vivere nella marginalità sociale – a Pisa – significa subire un “castigo” costante ed essere preda della discrezione delle politiche poliziesche. Dieci anni fa, il sociologo Loic Wacquant mandava alle stampe “Punire i poveri. Il nuovo governo del’insicurezza sociale”. In questo testo rifletteva sulle politiche penali che gli Stati Uniti infliggevano alle classi sociali più marginali e povere, notando come tali politiche punitive a poco poco andassero a sostituire il welfare. Nel mercato globale contemporaneo chi è povero è colpevole della sua indigenza e la risoluzione di questo problema non è più lo “stato sociale” ma lo “stato penale”. Questi processi sociali si appellano ad una legalità astratta, ad un “abusivismo” che è tale non per volontà dei soggetti che lo vivono ma per la segregazione che ad essi viene imposta.

A Pisa, negli ultimi giorni è tornata alla ribalta la “questione rom”, creata ad arte per giustificare lo sgombero del campo (autorizzato) più grande – quello della Bigattiera – dove vivono numerose famiglie. Più di un anno fa, il consiglio comunale approvava una mozione che chiedeva di ripristinare acqua, luce e scuolabus per il Campo della Bigattiera. Da allora nulla è stato fatto: niente acqua, niente luce, niente scuolabus. Nessun progetto di inserimento abitativo, che pure era stato promesso, e che figura tra gli obiettivi della “Strategia di Inclusione” dei rom approvata dal governo. Perché – è bene chiarirlo, ancora una volta – le famiglie della Bigattiera non vogliono stare al campo: vorrebbero abitare nelle case – come tutti – lavorando e pagando un regolare affitto. Ma quando si cerca casa la risposta è sempre la stessa, «non si affitta agli “zingari”»…

manifestaz.-rom-2

Negli ultimi giorni, le cose sono cambiate. Tutte le famiglie sono state convocate dagli assistenti sociali, che hanno annunciato l’imminente sgombero. La data non è stata comunicata, ma si sa che l’intervento verrà fatto nel giro di una o due settimane. Che fine faranno le famiglie, che fine faranno i bambini, dopo che il campo sarà chiuso? Gli assistenti sociali hanno prospettato poche e drastiche “soluzioni”.

È stato proposto, anzitutto, un programma di “rimpatrio assistito”: tornare al paese di origine, con il viaggio pagato dal Comune e un contributo di duecento euro a persona. Ci rimandano “a casa”, dicono. Ma la Macedonia, per noi, non è “casa”. Molte famiglie abitano a Pisa da venti, a volte da venticinque anni. Quasi tutti i bambini sono nati in Italia, o ci sono arrivati quando erano molto piccoli. Alcuni, tra l’altro, non hanno nemmeno la cittadinanza macedone: andrebbero a vivere in un paese in cui sono stranieri. Dicono: “La nostra casa è qui, in Italia, a Pisa: è questo il luogo dove molti di noi hanno vissuto gran parte della loro vita, è questo il luogo dove vogliamo vivere”.

Per i rom “regolari”, è stato proposto l’invio in località “fuori dalla regione Toscana”: vogliono mandare via le famiglie, in città lontane e per loro sconosciute, senza alcuna garanzia di un inserimento sociale. È stato promesso anche un contributo all’affitto per i rom che dovessero trovare una casa: ma come troviamo una casa in due settimane, se non siamo riusciti a trovarla in tutti questi anni? Nessuno affitta una casa a un rom che abita in un campo, se non c’è un aiuto o un sostegno da parte delle isitutuzioni politiche locali.

manifestaz-rom-3

La verità è un’altra. La verità è che vogliono semplicemente sgomberare il campo. La verità è che vogliono sbattere famiglie e bambini in mezzo a una strada, senza nessuna vera alternativa. Gli sgomberi fatti così, senza dare nessuna soluzione, sono illegali: l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, lo stesso governo italiano nella sua “Strategia Nazionale di Inclusione”, dicono da tempo che gli sgomberi sono illegali, se lasciano le famiglie in mezzo a una strada. È per questo che esiste un’unica soluzione: sospendere lo sgombero, fermare la guerra contro i rom, e provvedere a dei canali autentici di mediazione e dialogo.

Comments

  1. Filologia contro i luoghi comuni says

    1 Novembre 2014 at 21:06

    La poesia all’inizio NON è di Brecht
    http://en.wikipedia.org/wiki/First_they_came_…

    La prossima volta mettiamoci anche un “Lentamente muore” attribuito a Neruda e poi come fiera del luogo comune scalzeremo dal podio persino i libri di Fabio Volo

    Rispondi

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