Stralci di un articolo pubblicato da Redattore sociale il 24 aprile 2012.
L’Italia ha speso negli ultimi cinque anni oltre cento milioni di euro per rimpatriare poche migliaia di cittadini stranieri. E ancora di più si prevede di spenderne nei prossimi tre anni. Non ci sono solo i costi sostenuti, anche con fondi europei, per organizzare i voli di espulsione forzata, come quelli che hanno fatto scalpore per le foto su facebook dei migranti imbavagliati con il nastro adesivo. Per ogni cittadino straniero rimpatriato, lo Stato italiano paga 5 biglietti aerei, quello dello straniero e quelli di andata e ritorno per i due agenti che lo scortano. Il dato è contenuto nel rapporto della Commissione diritti umani del senato su carceri e centri di trattenimento per migranti senza permesso di soggiorno. Vanno aggiunte le somme impiegate per costruire, riparare e gestire i Centri di identificazione e di espulsione, dove vengono reclusi i migranti fino al momento di imbarcarli sull’aereo. Da una relazione tecnica del servizio studi della camera del 2008 viene fuori che costruire un posto letto nel Cie di Torino è costato in media 78mila euro. Quell’anno la legge 186 stanziò in totale 78 milioni di euro su tre anni (fino al 2010) per la costruzione di nuovi Cie.
A queste cifre bisogna sommare i costi di gestione dei servizi all’interno dei centri. Solo nell’ultimo anno abbiamo speso 18 milioni e 607mila euro. Il dato (aggiornato al primo febbraio) ci è stato fornito da Angela Pria, capo dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’Interno. Altri 18 milioni di euro sono stati stanziati a gennaio dal governo Monti per ricostruire e riaprire due vecchi centri, quello di Santa Maria Capua Vetere (Ce) e quello di Palazzo San Gervasio (Pz). Infine, bisogna considerare che un anno fa è stato triplicato il tempo massimo di detenzione amministrativa nei centri di identificazione e di espulsione: da sei mesi a un anno e mezzo. Questo comporta un aggravio di spese, previsto dalla copertura finanziaria della legge 129 del 2011 con quasi 17 milioni per l’anno 2011, e 120 milioni di euro ripartiti in tre anni, dal 2012 al 2014.
(…) Secondo il dossier 2011 Caritas Migrantes, nel 2010 sono state trattenute nei Cie circa 7mila persone e poco meno della metà (48,3%) è stata effettivamente rimpatriata, cioè 3.399. Gli altri hanno ricevuto un invito a ‘autoespellersi’ dopo mesi di reclusione.
Il paradosso è che si costruiscono altri centri di detenzione per immigrati, quando i fondi non bastano nemmeno per gestire quelli esistenti. (…)
Le gare d’appalto per la gestione dei centri di identificazione e di espulsione vengono effettuate dalle prefetture in parziale deroga alla disciplina sugli appalti, grazie all’emergenza immigrazione che è stata dichiarata nel 2002 e da allora prorogata di anno in anno da tutti i governi. I bandi si basano un capitolato d’appalto unico, ma fino all’anno scorso i budget variavano. Ad esempio a Modena e Bologna si superavano i 70 euro giornalieri a trattenuto. Soldi che ovviamente non vanno ai migranti reclusi, ma agli enti che gestiscono i servizi nei centri. La novità di quest’anno è che tutte le gare si stanno facendo a 30 euro più Iva (siamo intorno ai 36 euro). (…)
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