La questione Ogm torna alla ribalta nei lavori parlamentari. Del Senato, in particolare. Alle meritorie iniziative e mozioni di Sel, M5s e Lega Nord che evocano l’adozione della Clausola di Salvaguardia volta a tutelare il sistema agricolo e ambientale italiano dal rischio di contaminazioni transgeniche, si contrappone un’incomprensibile e miope operazione capitanata dal neoeletto Presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Roberto Formigoni, affiancato da senatori del suo stesso partito.
L’atteggiamento è di chi finge di cercare convergenze e condivisioni, mentre l’iniziativa suona come una dichiarazione di guerra, intendendo aprire l’agricoltura italiana alla coltivazione di Ogm nonostante lo sia stato detto in tutti i modi che producono contaminazione di ambiente e colture, che i consumatori non ne vogliono sapere e quindi non troverebbero mercato, che troppi dubbi aleggiano sulla loro innocuità sanitaria, che sussiste un problema di controllo brevettuale del vivente e oligopolistico sui semi da parte delle multinazionali del settore.
Ieri un atto di indirizzo in merito destinato al governo doveva essere partorito dal Senato. La Ministro De Girolamo, presente alla discussione in Aula, nel suo intervento invitava a trovare “un’unica posizione su un argomento così importante” e caldeggiava un rinvio della discussione sulle mozioni, cosa poi puntualmente avvenuta per voto Pd e Pdl, nonostante vari interventi preoccupati sugli impatti del transgenico tra le fila di senatrici Pd, come si desume dalla lettura del resoconto stenografico della seduta.
Spiace però sottolinearlo: in tema Ogm, tertium non datur. O li si ammette nei campi e sui piatti o li si tiene rigorosamente fuori.
La settimana prossima il Senato dovrà dunque esprimersi ed è utile approfittare di questi giorni per sottolineare l’inopportunità assoluta delle manipolazioni del cibo e delle istituzioni. Il dato è infatti politico: quanti compromessi innaturali deve partorire la Legislatura?
Mescolare capre e cavoli non è fare ingegneria genetica, ma può essere transpolitica se lo si fa in Parlamento.
Fonte: huffingtonpost.it
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