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Seminiamo disobbedienza

Comune-info
28 Settembre 2012

A giudicare dal numero di adesioni, l’«evento» creato su facebook ha già rotto il silenzio di media e imprese dell’agroindustria. Migliaia di persone hanno fatto rimbalzare sul web l’appuntamento «Disobbedienza civile per proteggere i nostri semi tradizionali», che di fatto propone lo scambio di semi dal 2 al 16 ottobre, dichiarato illegale dall’Ue. Per fortuna, lo scambio dei semi e la commercializzazione libera avviene già ovunque: uno dei paesi in cui è più diffuso resta la Grecia (leggete qua questo bellissimo reportage. «La rivoluzione degli orti»).

Una sentenza del 12 luglio della Corte di giustizia Ue ha infatti confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. «Fin dal 1998 è in vigore una direttiva della Comunità europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere, le note multinazionali, vietandolo agli agricoltori – scrivono on line i promotori della protesta planetaria – Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato così, di colpo, un delitto. Con questa sentenza sono messe fuorilegge anche le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali». Per questo, l’anniversario della nascita di Gandhi (2 ottobre), ha spiegato Vandana Shiva nei giorni scorsi, è un’ottima occasione per proporre azioni di disobbedienza civile contro le leggi ingiuste sulla libertà di commerciare i semi.

Ricordiamo che è possibile registrarsi al sito Seedfreedon.it qui e inserire i dettagli delle iniziative organizzate. Il calendario ufficiale delle due settimane di azione è invece qui. I promotori dell’evento in Italia hanno anche messo a disposizione una miniguida in italiano che è possibile leggere in questa pagina.

Tra le azioni possibili proposte segnaliamo l’idea di dichiarare la propria associazione o azienda «Zona dei semi liberi», organizzare la proiezione di video come Sacred economy (di Charles Eisenstein, con sottotitoli in italiano), aderire e promuovere eventi con il proprio Gruppo di acquisto solidale, organizzare una cena sociale con prodotti dell’orto, scrivere lettere e petizioni alle istituzioni locali su questi temi e altre. Come redazione di Comune-info suggeriamo anche di contattare gruppi di guerilla gardening e orti urbani,

Comments

  1. giotto says

    28 Settembre 2012 at 23:16

    Speriamo che chi darà la sua adesione a questa iniziativa (almeno in italia) si domanderà anche:
    – in base a quali criteri una varietà viene definita “tradizionale”? deve essere nata in italia? deve essere stata importata in italia da almeno 20-40-100 anni?
    – in base a quali fonti queste varietà sono definite “tradizionali”? ci sono testimonianze scritte? solo orali? di chi? di quanti? verificate?
    – sapete che da un bel po’ di anni girano in italia varietà “tradizionali”, ma non certo “italiane” (e teoricamente “vietate”) acquistate tramite l’accopiaata post-pay – tastiera? avete mai visto sequestri di semi o altre sanzioni ai danni di “contadini” italiani ed affibbiate a causa di semi “vietati”?
    Non sono tutte le domande che sarebbe bene porsi, ma è un buon inizio

    Rispondi

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