Possiamo eliminare lo “sguardo del dominio” dalla vita di ogni giorno in molto modi. Ad esempio con i laboratori di non-didattica dell’arte. Catia Castellani li promuove nelle scuole ma anche insieme a coloro che nascondiamo dietro le etichette del disagio: dai detenuti alle persone con disabilità o con problemi di dipendenza. Laboratori durante i quali si dipinge, si chiacchiera, si apprende e si ride con colori intensi ma anche con frasi, poesie e filastrocche. Oppure si creano libri sculture. “Ognuno porta quello che ha e talvolta non sa di avere”. Abbiamo sempre più bisogno di educazione divergente, di non accontentarci di “uno sguardo unico ma dotarci di mille sguardi, andare oltre l’ovvio…”

Credo fermamente che la rivoluzione verso un mondo migliore passi necessariamente attraverso le parole, rivestite di autorevole benevolenza e anche dai segni. I segni di ognuno, che talvolta fanno fatica ad uscire fuori da noi, come le parole. Ma li abbiamo.
Da tempo lavoro nella scuola ma anche in tutto quell’ambito che viene definito di “disagio” come carceri, comunità, disabilità…. Io non ritengo questi luoghi disagiati ma portatori di storie, contenitori di altri sguardi. Lavoro con adulti e bambini portatori spesso di sofferenze antiche, con disabilità. Faccio volontariato in una comunità di recupero per le dipendenze. Lavoro con un gruppo di uomini di varia età.
Parliamo, ridiamo, ci raccontiamo attraverso immagini, segni, colori, parole.

Durante questo laboratorio settimanale si producono dipinti con frasi e pennellate dai colori più intensi, poesie, filastrocche per bambini, si creano libri sculture.
Ognuno porta quello che ha e talvolta non sa di avere. Parlo della parte bella di noi spesso offuscata dall’ombra ma che c’è e quando appare diventa sacra. È potente e ribelle perché si oppone e lo fa naturalmente, a tutto quello che intorno sembra farci vacillare… all’odio facile, alla brutalità dei gesti, alla rassegnazione, all’indifferenza, alla discriminazione, all’approssimazione.

L’educazione divergente, guardare sotto l’onda del mare, non accontentarsi di uno sguardo unico ma dotarci di mille sguardi, andare oltre l’ovvio e il già conosciuto l’unica nostra grande opportunità.
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Insegnante d’arte in un liceo, allieva di Bruno Munari, Catia Castellani è consulente per la didattica dell’arte contemporanea presso istituzioni, teatri e musei. Conduce laboratori di non-didattica dell’arte contemporanea e di arte-attiva per bambini e bambine di scuole elementari e materne ma anche con detenuti e persone con disabilità. Si occupa anche di formazione per insegnanti. È autrice della testata Benvenuti ovunque
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Mi sento in profonda empatia con quanto fai o meglio: agisci insieme con altri.
Credo che sarà la condivisione di percorsi creativi-espressivi di grande bellezza e potenza comunicativa che sosterrà noi singoli individui nel tempo e nello spazio che ci è dato di vivere, piccolo tassello nel mosaico della storia, e ci permetterà di disegnare nuovi orizzonti là dove sembrano preclusi.