La sensazione che qualcosa mancasse dentro questa città ce l’avevano in molti da diverso tempo, e già l’anno scorso qualcuno ha cercato di colmare questo vuoto. Un vuoto fatto di impoverimento culturale, di eventi sempre più economicamente inaccessibili, di iniziative blindate e ordinarie. Per questo motivo torna a Roma il Dinamofest, festival di musica, cultura e politica che si svolgerà dal 16 al 23 giugno all’interno della Città dell’altra economia di Testaccio.
Si tratta della seconda edizione di quella che è una vera e propria sfida, se non una follia, in maniera del tutto indipendente e autofinanziata: a loro rischio e pericolo, cinque realtà di movimento e dell’informazione indipendente come Action-diritti in movimento, il centro sociale Brancaleone, Esc Atelier autogestito, Horus project e Radio popolare Roma decidono di costruire dentro la città un evento costruito dal basso, accessibile, ricco, partecipato.
Anche quest’anno quindi lanciano la sfida di aprire uno spazio fisico e ideale, di incontro, discussione, progettazione di un modello nuovo di città. E non a caso hanno deciso di farlo ancora una volta presso gli spazi preziosi della Città dell’altra economia difesi con le unghie e con i denti dal consorzio Cae 2.0, che si sta opponendo allo smantellamento dell’idea «altra» di produzione e consumo che l’amministrazione Alemanno sta operando.
Per ben nove giorni quindi, dalle 16 a notte fonda, il piazzale antistante l’ex mattatoio sarà animato da un cartellone di eventi fittissimo, che spazieranno dalla musica al teatro, dall’artigianato ai dibattiti, dalle presentazioni di libri alle mostre, dalle proiezioni alle degustazioni, tutti frutto della cooperazione e del confronto di una sfera ampia di soggetti, protagonisti della vita sociale cultiurale e di movimento della citta.
In relazione all’obbiettivo di rendere sempre più aperto e rappresentativo questo festival, il gruppo storico degli organizzatori in questa seconda edizione si è avvalso della collaborazione di realtà della cultura viva e in movimento come l’ Angelo Mai, il Teatro Valle occupato, il Nuovo Cinema Palazzo, Garage Zero e ZaLab per estendere il più possibile i suoi terminali artistici. E di associazioni e reti come A sud, il Centro studi per l’alternativa, la Libera Repubblica Romana, la Casa delle donne Lucha y Siesta per approfondire e arricchire i momenti di discussione e dibattito su temi cruciali per Roma e non solo, come la privatizzazione dei servizi pubblici, la riforma del lavoro, la democrazia dei beni comuni, le questioni di genere, l’accoglienza; questi solo alcuni dei temi che verranno trattati.
Dinamofest è quindi un grande evento aperto e popolare, che vuole porsi come importante momento di informazione, intrattenimento e confronto per la città e i suoi abitanti, per proteggere il progetto e il significato della Città dell’altra economia e per ribadire che un futuro diverso è possibile. Anche a partire dalle piccole cose come la sostenibilità: in accordo con i principi portati avanti dal consorzio Cae 2.0, il festival ospiterà moltissimi progetti e iniziative legate al riciclo e il riuso, si avvalerà di prodotti biologici e a chilometro zero, utilizzerà materiali biodegradabili e in supporto alla mobilità sostenibile applicherà uno sconto a chi raggiungerà il festival in bicicletta! E attenzione: fino alle 20,30 l’ingresso è gratuito!
Tutte le altre informazioni e il programma completo sono leggibili sul sito dinamofest.it
Serena Tarabini, Action- diritti in movimento
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