Nel cartellone del 60° Festival pianistico internazionale, i concerti di Denis Masuev, uno dei più grandi talenti del pianoforte viventi, programmati il 24 maggio a Brescia e il 27 a Bergamo, sono stati sospesi su richiesta dell’ambasciatore ucraino e decisione dei sindaci delle due città. Il compositore siberiano è un grande ammiratore e amico di Putin e ha espresso sempre indiscusso sostegno alle sue scelte politiche. Mimmo Cortese ha scritto una lettera per chiedere che la sospensione sia revocata e si apra anche un piccolo spiraglio alla pace e al dialogo anziché alzare l’ennesimo muro granitico, investendo anche l’arte universale, nella Capitale della Cultura 2023. Per essere costruttori di pace, scrive, non è sufficiente prendere nettamente la parola contro la guerra, occorre anche ricercare, sempre!, ogni strada che induca al dialogo; verificare ogni pertugio che possa fare tacere le armi, portare verso il negoziato; aprire a soluzioni che possano dirimere ogni controversia senza l’uso delle armi, della sopraffazione
Brescia ha detto più volte da che parte sta: sui diritti, sulla libertà di espressione e di parola, sul rispetto e la dignità dovuti ad ogni uomo ed ogni donna, in qualsiasi angolo del globo. Lo ha detto nella grande manifestazione contro la guerra del 28 febbraio 2022. Lo ha fatto negli anni recenti anche sul piano delle scelte artistiche e culturali, con le grandi rassegne dedicate a Zehra Dogan, Badiucao e, infine, all’esule russa Victoria Lomasko. Tuttavia per essere costruttori di pace non è sufficiente prendere nettamente la parola contro la guerra, occorre anche ricercare, sempre!, ogni strada che induca al dialogo; verificare ogni pertugio che possa fare tacere le armi, portare verso il negoziato; aprire a soluzioni che possano dirimere ogni controversia senza l’uso delle armi, della sopraffazione.
La sospensione dell’invito al pianista russo Denis Matsuev, per il prossimo Festival Pianistico Internazionale, una delle più importanti manifestazioni di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, non va in questa direzione.
Il pianista è un dichiarato amico di Putin, lo ha appoggiato nel 2014, durante l’invasione della Crimea, ha caldeggiato la sua candidatura nelle elezioni del 2018, ha sostenuto le sue proposte di modifica costituzionale del 2020: opinioni sciagurate, pesantemente criticabili. Motivazioni per le quali, assieme ad una non presa di distanza dall’invasione in Ucraina, la direzione del Festival ha scelto la sospensione del suo invito all’importante rassegna pianistica.
Tuttavia perché, proprio visti i pregressi, non cogliere quest’occasione per cercare di tracciare un segno, di dare un sia pur piccolo contributo alla pace? Perché non approfittarne per cercare di costruire un esilissimo ponte – sia pure di barchette galleggianti come i suoni di un pianoforte – in luogo dell’ennesimo muro? La direzione del Festival potrebbe mettere in atto un gesto forte e significativo. Potrebbe, in accordo con tutti i musicisti e le musiciste – compreso Matsuev, naturalmente – attraverso un’opera di convincimento, ricucitura e mediazione, stendere un breve testo di condanna della guerra (di tutte le guerre) e chiedere almeno una tregua, un cessate il fuoco, nelle terre d’Ucraina. Potrebbe fare appello a tutta la grande storia della musica europea che da Palermo a San Pietroburgo ha legato popoli e genti nella bellezza, nello scambio, nell’incontro e indicare che questa è la strada. Il Festival si potrebbe caratterizzare fortemente per ribadire che l’arte, la cultura, e massimamente la musica, non possono essere indifferenti davanti alla distruzione, alla violenza, alla sopraffazione di popoli e persone. Ci sarebbero molte possibilità, simboliche e testuali, per esprimere questa volontà e questa netta presa di posizione. Se Matsuev, e ogni altro musicista invitato alla rassegna, convenissero attorno a questo percorso si invierebbe un formidabile messaggio al mondo intero, dando significato pieno e autentico alla nomina di Capitale della Cultura.
Le liste nere di persone, per le opinioni che professano, sono sempre state gravide di intolleranza e di odio, quale che fosse la causa che le ha ispirate. Le opinioni pericolose o sbagliate si possono cambiare solo con il dialogo, l’ascolto, il convincimento, la persuasione, non con le messe all’indice. Matsuev non è stato invitato per tenere un comizio o una lezione di politica ma per suonare capolavori della più grande tradizione musicale europea.
Questa scelta è molto grave. Tuttavia siamo ancora in tempo a modificarla, a revocare quella sospensione, a dare a Brescia e a Bergamo, con un gesto di coraggio, il ruolo importantissimo che loro spetta: costruttori di bellezza e di meraviglia, costruttori di pace.
Roberto Renzoni dice
Perfettamente d’accordo sulla sostanza dell’articolo.
Gianfranco Monaca dice
Una pace ingiusta e meglio di una guerra giusta
(Erasmo da Rotterdam)
GIULIETTA DE PAOLI dice
È stato possibile fsr suonare insieme in orchestra e stringere amicizie fra Israeliani e Palestinesi. Questo si dovrebbe fare. Anche adesso.