
Da poche settimane a Roma il team di operatori e volontari della clinica mobile ha iniziato a operare presso lo stabile occupato “Quattro Stelle”. Si tratta di un edificio situato in via Prenestina, nel V Municipio, occupato da dieci anni da circa ottocento persone, la maggior parte con un background migratorio, provenienti da diverse aree geografiche, in particolare Europa Orientale, Nord Africa e America Latina. Tra gli abitanti sono presenti donne, persone anziane e numerosi bambini.
Per gli abitanti dello stabile, come per tutte le persone che vivono presso stabili occupati o insediamenti precari della città di Roma, l’impossibilità di effettuare l’iscrizione anagrafica, rappresenta il principale ostacolo per l’accesso alle cure. In assenza di una residenza non è infatti possibile effettuare l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e ottenere un medico di famiglia e assistenza sanitaria specialistica. Di conseguenza, in caso di problemi di salute non urgenti, gli abitanti dello stabile si rivolgono agli ambulatori per Stranieri Temporaneamente Presenti (STP), dislocati in alcuni presidi sanitari ma in genere con orari ridotti e medici sempre diversi.
Dal 9 dicembre è entrata in vigore la direttiva n. 1/2022 del 4 novembre, che stabilisce una deroga all’articolo 5 del decreto Renzi-Lupi, con il quale dal 2014 è impedito l’esercizio del diritto alla residenza a chi vive in immobili occupati. Il provvedimento a firma Gualtieri ha sancito, per molte tra le persone che vivono in immobili occupati, il diritto di iscrizione anagrafica, prevedendo la possibilità di presentare la dichiarazione anagrafica presso gli sportelli comunali e tramite PEC.
Si tratta di un importante risultato, al quale ha contribuito la mobilitazione da parte di associazioni e movimenti cittadini. La sua applicazione infatti consentirebbe l’accesso a servizi essenziali come l’energia elettrica, l’acqua, ma anche a servizi pubblici territoriali come quelli scolastici e la medicina di base.
MEDU continuerà a garantire la propria presenza in questo e in molti altri insediamenti informali della città e a partecipare alle attività di advocacy e di monitoraggio in rete con le altre associazioni, perché la salute possa essere davvero un diritto di tutt*.
Fonte: mediciperidirittiumani.org
Lascia un commento