Riceviamo e volentieri rilanciamo questo appello “ai dirigenti e alle dirigenti delle forze politiche democratiche, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni sociali e culturali”. “Contro l’orrore della guerra vi chiediamo di avere il coraggio della pace e di essere all’altezza della vostra responsabilità….”. L’appello sta raccogliendo centinaia di firme attraverso CHANGE. Tra i primi firmatari: Stefano Ciccone, Maria Caterina Cifatte, Alberto Leiss, Graziella Priulla, Lea Melandri, Nicoletta Dentico, Lina Argetta, Silvana Pisa, Marco Deriu, Andrea Bagni…
Ci rivolgiamo a voi perché riconosciamo il vostro ruolo e dunque la vostra responsabilità nel costruire strumenti e occasioni per dare voce al desiderio di pace e all’orrore per la guerra di milioni di cittadini di cittadine. Crediamo che l’orrore del massacro continuo a Gaza, dopo oltre 40.000 morti, non possa più vedere la nostra impotenza o la nostra disattenzione.
Non è possibile più alcuna ipocrisia che pensi di salvare la nostra coscienza con generici appelli al cessate il fuoco o, peggio, inviti alla moderazione a chi sta scientemente perseguendo un’azione mirata a colpire i civili e a ostacolare ogni mediazione. Consideriamo grave che, di fronte alla drammaticità dell’orrore in corso e alla pericolosità della escalation militare, non sia stata messa in campo nel nostro paese una mobilitazione sociale e un’iniziativa politica adeguata sia per dimensione che per qualità, equilibrio e articolazione delle proposte. E questa crediamo sia una responsabilità di tutte e tutti noi. Il mancato protagonismo delle grandi organizzazioni sociali e politiche che rappresentate ha limitato le dimensioni e la qualità della mobilitazione contro il massacro in atto impedendo che acquisissero dimensioni di massa e esponendole a rappresentazioni liquidatorie.
Non è più possibile nascondersi dietro la necessità di una preventiva condanna di Hamas e dell’attacco del 7 ottobre. Questa condanna è condivisa da tutti, ma non può diventare l’alibi per non denunciare ciò che sta avvenendo oggi a Gaza, in Cisgiordania, nel Libano e nel Medio Oriente. Vanno fermate le violenze indiscriminate e deliberate sui civili, vanno fermati gli attacchi militari da qualunque parte essi provengano, è necessario un immediato cessate il fuoco. È urgente un accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani e per il rilascio dei palestinesi tenuti in carcere senza processo che ormai anche i media israeliani denunciano essere vittime di abusi e torture. Vanno da subito aperti i corridoi umanitari per l’arrivo di aiuti e per il soccorso alla popolazione civile e la prevenzione di gravissime epidemie. Vanno fermate le violenze dei coloni e l’espansione illegale delle colonie, vanno fermati i lanci di razzi su Israele e vanno fermati gli attacchi militari di Israele su ambasciate estere e in territori di paesi terzi. Va fermato l’invio di armi a Israele.
Ma non vogliamo qui analizzare tutti i gravissimi avvenimenti che stanno determinando un precipitare della crisi, pregiudicando ogni possibile tregua. Un accordo tra le parti è possibile e necessario ma non può avvenire se le parti perseguono l’obiettivo della distruzione dell’avversario come condizione preliminare. Ed è gravemente colpevole la strategia di chi rinvia pretestuosamente ogni accordo per perseguire il fatto compiuto dell’espansione della distruzione ogni oltre limite di non ritorno.
Vi chiediamo di svolgere il vostro ruolo, di assumere la vostra responsabilità di fronte alla gravità delle violenze ma anche ai pericoli di espansione di un conflitto incontrollato e incontrollabile. Non solo in Medio Oriente ma anche in altre aree del pianeta, la spirale della guerra segna ogni giorno una nuova escalation, una nuova provocazione, che rischiano di portare il mondo verso la catastrofe.
Vi chiediamo di promuovere un’iniziativa parlamentare chiara ed esplicita per impegnare il governo per il cessate il fuoco, per la sospensione di invio di armi ai belligeranti, per la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri illegali, per l’avvio di una soluzione pacifica.
Vi chiediamo di sollecitare un’iniziativa delle organizzazioni europee e internazionali di cui fate parte: è grave che l’Europa abdichi al proprio ruolo di dialogo e di pace e che faccia mancare un interlocutore a chi, in Medio Oriente, vuole uscire dallo scontro tra opposti integralismi irriducibili.
Vi chiediamo di sollecitare iniziative in tutte le istituzioni locali, vi chiediamo di promuovere momenti di informazione, partecipazione e testimonianza dei cittadini contro la guerra nei territori e una mobilitazione nazionale per fermare la guerra.
Continuare con pigrizie e ipocrisie è colpevole. Anteporre l’attenzione agli equilibri politici o seguire l’ossequio alla narrazione dominante è segno di un grave e irresponsabile arretramento culturale. Grazie ai media e alla stessa società civile israeliani conosciamo le gravi responsabilità di cui si stanno macchiando l’esercito e il governo di quel paese. Così come ci giungono le voci di pace che si alzano dalla società palestinese nonostante la terribile violenza che sta subendo. Chi ama questi due popoli ed ama la pace, deve offrire loro un riferimento solidale ed esigente per contrastare le derive violente e gli opposti integralismi e costruire una prospettiva di pace. Le polemiche sugli aggettivi e i sostantivi da usare sono fuorvianti e disoneste: proprio perché crediamo che gli orrori che l’Europa ha conosciuto non debbano ripetersi mai più, non ci interessa paragonare massacri e genocidi ma, certamente, non vogliamo ripetere l’ipocrita silenzio che ignorò la barbarie che cresceva nelle nostre società. I nostri nipoti ci chiederanno conto del nostro silenzio, della nostra inazione e delle nostre ipocrisie di fronte alla tragedia che si consuma davanti a tutti noi.
La prospettiva di una guerra globale, distruttiva e terribile è sempre più concreta e la reazione delle forze politiche e sociali si mostra, come in passato, gravemente inadeguata. Siamo ancora in tempo, ma serve, anche, una vostra presa di coscienza e iniziativa.
Grazia dice
Ogni diritto umano è stato calpestato in Palestina fin dalla nascita della stato di Israele. Il sionismo è razzismo e apartheid e questa non è una opinione, leggete i documenti e le dichiarazioni di vecchi e nuovi politici israeliani e basta ipocrisie.
Luciano Conte dice
Ognuno di noi è responsabile della Pace, e mai come in questo momento.
Non perché un giorno ci chiederanno: ma tu, cosa hai fatto, ma perché ogni giorno ,bisogna chiederselo!
Giovanna dice
Cessate il fuoco
Leo dice
Ottima espressione di odio antisemita, che prende in considerazione solo le ragioni di una parte, “dimenticando” le origini di quanto stia purtroppo accadendo nonché gli attori in causa: da Hamas agli Huthi, da Hezbollah al grande architetto iraniano. “Scordando” volutamente che Israele sia l’unico paese democratico nel Medio Oriente e che essendo una nazione laica, a governo non corrisponde ebreo in Israele e tantomeno nel mondo. Fare coincidere un governo con la professione di una religione anche al di fuori del contesto in analisi rappresenta l’enorme errore della generalizzazione che qualsiasi persona dotata di un minimo di approccio scientifico vuole e deve evitare. Ma questi sono concetti forse troppo profondi per chi ha scelto la facile e pigra strada dell’ideologia preconcetta.
Stefano dice
Forse è lo stato d’Israele che si è “dimenticato” di essere uno “Stato democratico”.
Credo che le sarebbe utile la rilettura dei “diritti fondamentali” delle nazioni unite (ammesso che li abbia mai letti), per correggere il suo concetto di “ideologia preconcetta”.
GIGLIA BITASSI dice
Scusi il mio pensiero era per il sig Leo
GIGLIA BITASSI dice
Mi resta incomprensibile come una persona possa scrivere, oggi, un commento così avulso dalla realtà dei 5 milioni di civili palestinesi sotto bombardamento e assedio. Per forza si arriva alla guerra totale…
GIGLIA BITASSI dice
Sig Leo Mi resta incomprensibile come una persona civile possa scrivere, oggi, un commento così avulso dalla realtà dei 5 milioni di civili palestinesi sotto bombardamento e assedio. Per forza si arriva alla guerra totale…
ANNA dice
Leo, il Suo commento mi indigna. Non si può in buona fede e basandosi su quello che ci propinano anche i media più servi definire Israele uno stato democratico. Si legga Ilan Pappe’, Norman Filkenstein, Shomo Sand e molti articoli di Haaretz. Sono tutti israeliani. Anche loro hanno scelto la “facile e pigra strada dell’ideologia preconcetta?”
Angela dice
“scordando” che il colonialismo votava in patria e sterminava nelle colonie
“scordando” che Israele è tra gli eserciti più forte al mondo
“scordando” che ebraismo non è sinonimo di sionismo
“scordando” la proporzione tra 1.200 morti e 40.000
“scordando” 1.500.000 di profughi che con la persuasione delle bombe israeliane, dal cielo, dal mare e da terra vagolano da un punto all’altro nell’ indigenza, la malattia, la fame
“scordando” …?
COLONIALISMO DA INSEDIAMENTO
Anna Puglisi dice
L’appello per la pace non può valere soltanto perché cessi la guerra in Palestina e lo sterminio dei palestinesi voluto dal governo israeliano, con il silenzio della popolazione e degli ebrei sparsi per il mondo.
C’è anche la guerra in Ucraina sovvenzionata dall’Occidente contro cui dovremmo mobilizzarci.
Sono inutili le proteste se non sia ha il coraggio della verità.
ANNA dice
Ci sono voci di comunità ebree (in Italia purtroppo solo pochi, es. Moni Ovadia) contro il sionismo. Negli USA ci sono state parecchie manifestazioni, con arresti oltre che degli studenti, anche ebrei, dell’associazione Jewish Voice For Peace . Breaking the silence in Israele denuncia gli abusi dell’IDF. Oltre alla stessa Haaretz che molte volte dice quello che i nostri servili media tacciono. Non possiamo colpevolizzare tutti gli ebrei, facciamo il gioco di quelli che ci accusano di antisemitismo
CAIANI CARMELA dice
Nessun ragionamento storico e politico può giustificare il genocidio dei palestinesi
Roberto Renzoni dice
Sono d’accordo con la sostanza dell’articolo che certamente è un appello alla pace ed al dialogo. Mi limito solamente ad osservare come la guerra in senso generale ed insopprimibile faccia parte dell’homo da quando egli è ed è apparso e non sarà mai possibile eliminarla. Ciò non significa non opporsi ad essa e cercare in sua vece ben altro.
Antonio dice
Ogni critica a Israele per lo sterminio in Palestina viene respinto dal “refrain antisemita”
BASTA rendita-Olocausto!
L’orrore di ieri non deve giustificare, l’orrore di oggi;
chi l’ha subito e sofferto avrebbe dovuto essere maestro di convivenza e non di sopraffazione e rapina
giuliano dice
Sono perfettamente d’accordo. Vorrei solo sottolineare che le guerre con le armi sono solo una parte della guerra globale contro l’umanità e contro il nostro pianeta che gli adoratori del “dio profitto” hanno scatenato su tutti i fronti e con tutti i mezzi