Comune-info

Informazione indipendente

  • Pensare
  • Fare
  • Gridare
  • Agenda
  • Chi siamo
  • Sostienici
  • Newsletter
  • Contatti
FacebookTwitterInstagram Comune-infoMastodon Comune-info
  • Guerra
  • Nonviolenza
  • Clima
  • Migranti
  • Covid
  • Autogestione
  • Decrescita
  • Scuola
  • Territorio
  • Movimenti
  • Cura
  • Conversione ecologica
  • Rivoluzione
  • Camminare
  • Patriarcato
  • Gas
  • Agricoltura
  • Orti
  • Multinazionali
  • Bici

Condividere un luogo di lavoro

Comune-info
06 Gennaio 2013

«Prima regola: abbassare la suoneria. Seconda: tutti devono essere a disposizione, anche per fare da segretario o portinaio. Terza: raccolta differenziata obbligatoria». Condividere un luogo di lavoro è un po’ come entrare in un club. Non basta iscriversi, bisogna anche rispettarne le leggi. Ilaria Innocenti, 30 anni, viene da Modena, dopo gli studi allo Ied ha unito le forze con quelle di un gruppo di compagni di corso e amici. Coworking puro: un architetto, un fotografo, una designer, una grafica, una stilista che dal 2006 condividono aria, spazi, telefono, Internet, ma anche affari, clienti e conoscenze. Hanno affittato un ufficio da 200 mq in via Sciesa e così è nato lo Studio Morinn.

Come loro, sono ormai sempre di più, sulle tracce di un modello di lavoro importato, manco a dirlo, dai cluster informatici della Silicon Valley. Per esempio, i ragazzi di Meda36.it, società di comunicazione digitale e coworking: spazio asettico da 120 metri quadri, sono in due ma ospitano altre sette persone, scelte soprattutto per le competenze. Per riconoscere una realtà ormai diffusa in tutta Europa, quindi, il Comune di Milano sta procedendo a un censimento. Il passo successivo sarà un bando da 198 mila euro, a fine mese da erogare sotto forma di voucher da 1.500 euro l’uno, poco meno dell’affitto annuale di una postazione. «Una misura sperimentale per ora riservata ai minori di 40 anni e pensata di concerto con gli operatori già attivi sul territorio» spiega l’assessore comunale al Lavoro, Cristina Tajani.

Un intervento pubblico sollecitato dal «pioniere» Massimo Carraro. Lui ha fondato la rete Cowo che conta 15 uffici a Milano e 63 in Italia. Il primo è a Lambrate, in via Ventura, in un trionfo di luce, vetrate e colore bianco. «Abbiamo fatto da modello per altri. La nostra filosofia è quella di uno spazio al servizio delle relazioni». Aprire un’attività in proprio infatti richiede impegni a lungo termine, spesso insostenibili. «Noi offriamo postazioni anche solo per una mezza giornata». «Viviamo di passaparola online» racconta. Tra i più entusiasti ci sono Elisa Mori, 30 anni, architetto, e Michele D’Amore, scrittore e copywriter, 34. Sono loro a spiegare perché scegliere la condivisione allo stare a casa gratis. «Troppo alienante, io sono abituata a lavorare in squadra» dice Elisa, che progetta spa e centri benessere a misura di casa. «Venire qui serve ad autoregolamentarsi» conferma Michele, pronto a lanciare l’agenzia creativa Berlin1948.

Man mano che si esplora il mondo del coworking, inevitabilmente s’incrocia l’universo delle start-up, degli incubatori e degli acceleratori d’imprese. Come Avanzi, spazio da 750 mq in espansione a Città Studi, laboratorio di idee sullo sviluppo sostenibile da 15 aziende e 65 persone: «L’obiettivo è trasformare le idee in impresa, sottraendole a quella “valle della morte” dove finirebbero senza accompagnamento manageriale» spiega l’ad Matteo Bartolomeo. Cita le esperienze di un sistema di bike sharing universale, di una piattaforma per la riattivazione di spazi abbandonati e dell’incubatore organizzato per Expo 2015 insieme con Telecom Italia.

Oppure come The Hub, una rete in grado di mettere in contatto oltre 6.000 persone nel mondo nel campo dell’innovazione sociale: progetti ecologici, tecnologie per disabili, finanza etica, terzo settore. Profit. «Un brodo primordiale di idee — sintetizza Alberto Masetti Zannini — ben più strutturato della sola condivisione dello spazio». Altre iniziative in città sono Piano C, pensato per le donne, e Talent Garden, 3.000 mq in via Merano. Su eventuali altre aree pubbliche da destinare al coworking, l’assessore Tajani infine spazza i dubbi: «Stiamo valutando spazi, sì, ma per incubatori».

Postilla

Visto che il modello è stato citato esplicitamente dall’articolo con riferimento alla Silicon Valley, forse val la pena ricordare subito che quello americano si sviluppa secondo una logica sia imprenditoriale che soprattutto territoriale del tutto diversa, e con effetti potenzialmente nefasti sul consumo di suolo, a differenza dei processi invece virtuosi di riuso efficiente raccontati per Milano. La differenza è sostanziale, e sta fra il refurbishment di spazi esistenti, o eventuale densificazione locale per attività terziarie, e la costruzione di grandi o piccoli office parks suburbani, magari dispersi nell’hinterland remoto a promuovere sia urbanizzazioni superflue che altra mobilità automobilistica di lunga gittata. Ergo va benissimo parlare di incubatori e altre iniziative del genere, ma con la progressiva esponenziale crescita delle attività professionali e di microimpresa la questione territorio deve essere chiarita una volta per tutte. Rispetto ai meccanismi americani e alle relative osservazioni di un osservatore attento come Richard Florida, ho dedicato mesi fa un articolo intitolato Un capannone ci seppellirà (f.b.)

Articolo di Giacomo Valtolina pubblicato su il Corriere della sera del 5 gennaio con il titolo L’ufficio «condiviso» per lavorare meglio. La postilla, invece, è di Fabrizio Bottini, tra i curatori di Eddyburg.

Altre notizie su questi temi sono qui: Il coworking in Italia, Il neomutualismo, ma soprattutto nel sito de Il Quinto Stato.

Infine, per intrecciare le prospettive di coworking con altri temi affini suggeriamo di dare un’occhiata alla tag «condivisione».

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Benvenuti Ovunque - Osservatorio sull'accoglienza diffusa di migranti e rifugiati
Osservatorio sull’accoglienza diffusa
di migranti e rifugiati


ricominciamo da 3. Sostieni comune -nfo

Comune-info

Dieci anni e più. Campagna 2022

Campagna Comune-info 2022

Sostieni Comune-info

Ultimi articoli pubblicati da Comune-info

Gridare

Macchine da guerra

Claudio Tosi

Lettera alla dirigente scolastica dell’IC “Luigi Sturzo – Asta” di Marsala

Fare

Sulle nostre difficoltà per il clima

Alberto Castagnola

Qualche indicazione e suggestione per organizzare meglio la lotta

Fare

Pastori sardi o ricotta sintetica?

Navdanya International

L’agrobusiness e le minacce ai sistemi alimentari e alla cultura del territorio

Pensare

La corona verde di Roma

LabSU Territori dell'Abitare

In mostra la Roma Periurbana delle aree verdi scampate all’edificazione

Gridare

Turbare la nostra tranquillità

Paolo Trezzi

Alfredo Cospito: quando lo Stato ammazza a norma di Legge

Gridare

Abitudini e resistenze

Mauro Armanino

Eppure c’è ancora chi alle abitudini non riesce proprio a rassegnarsi

Ultimi commenti inseriti su Comune-info

  • Pier Luigi Carameli di Sotto quello stormo nero: “Sarebbe una bella e più che opportuna provocazione partecipare con un cartello che riporta le parole di Sandro Pertini: “Si…”
  • Francesco e Jaione di Coltivare terre abbandonate: “Buongiorno, siamo una giovane coppia alla ricerca di un terreno da gestire, di cui prenderci cura e iniziare un nostro…”
  • laura pugnaghi di La vostra Newsletter: “Mi sembra interessante la vostra newsletter”

Cerca su Comune-info

Contatti

Email:
Whatsapp : +39 335 5769531

Facebook

Twitter

Follow @comuneinfo

Privacy Policy – Cookie Policy - Powered by botiq.it

Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi. Privacy Policy
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
Preferenze
{title} {title} {title}