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Costruire la città dei più piccoli

Marco Boschini
08 Febbraio 2015
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Mural di Keith Haring (New York)

di Marco Boschini*

È l’articolo 7 della Legge n. 285 del lontano 1997 a regolare l’attività dei Consigli comunali dei ragazzi (Ccr), strumento di promozione della cittadinanza attiva nelle giovani generazioni che ha portato, in questi quindici anni, alla nascita di circa duecento Ccr in giro per l’Italia.

I bambini vengono da un altro pianeta: la terra. Siamo noi adulti a guardarli con stupore. Ci infastidiscono quando non si accontentano di stare nei ranghi. Nelle regole e nei confini immaginati per loro. Quando usano la fantasia. La forza inarrestabile del gioco libero. Lo sguardo rivolto a tutto quel futuro che hanno a disposizione e che per noi rappresenta, a volte, una serie di occasioni perdute.

Il consiglio comunale dei ragazzi è una nostra forma mentis, che però loro adattano, a volte stravolgono. Con risultati sorprendenti. Sono andato ad intervistare un amico di Faenza, Michele Dotti, che da anni segue uno di questi progetti per conto del Comune di Cervia.

Da quanto tempo ti occupi di educazione ambientale e civica con i bambini e ragazzi?
Di educazione ambientale da una ventina di anni circa. Da una decina anche di educazione civica. È un’attività che amo perché unisce la mia vocazione educativa con i temi e le prospettive che più mi appassionano.

Perché è importante secondo te accompagnarli in questo percorso?
Io penso che solo due cose possano davvero cambiare la storia: la consapevolezza e l’empatia. E quando dico storia non intendo solo quella collettiva, ma anche quella di vita di ogni singolo ragazzo. Su questi due livelli dobbiamo dunque lavorare, promuovendo partecipazione attiva e responsabile. Se possibile anche in modo ludico e creativo!

Come e quando nasce il progetto del Consiglio comunale dei bambini a Cervia?
Il progetto nasce otto anni fa, io sono stato chiamato a facilitarlo da sei anni, quando ha iniziato a strutturarsi in modo più continuativo. Oggi il Consiglio si incontra quasi una volta al mese. Si tratta di un’esperienza che è andata crescendo nel corso del tempo, anche qualitativamente, e che mi sta lasciando moltissimo su un piano umano oltre che professionale. È una vera palestra di educazione civica per i bambini ma anche per me. Ogni volta, infatti, mi sorprende la capacità di questi “piccoli consiglieri” di discutere civilmente e ordinatamente fra loro, individuando dei temi, approfondendoli con pazienza, ordinandoli per priorità e traducendoli poi in proposte semplici ma concrete, sempre con spirito costruttivo, da presentare al “Consiglio dei grandi”, come lo chiamano loro. Al momento sono coinvolti una trentina di bambini e ragazzi, fra elementari e medie, in rappresentanza di tutte le scuole del territorio, dal centro città fino al forese. In tutto una decina di plessi circa. I bambini sono normalmente eletti dai propri compagni di scuola e cercano di rappresentare il loro punto di vista sulla città, raccogliendo idee, critiche e proposte e portandole al Consiglio per discuterle insieme agli altri consiglieri.

Mi descrivi la tappe più significative di questo progetto?
Credo che l’unico modo per farlo sia parlare dei tanti progetti nato dal Consiglio dei bambini e realizzati in questi anni: nuovi spazi verdi, piste ciclabili, piedibus, interventi nelle scuole sull’elettromagnetismo, promozione della raccolta differenziata dei rifiuti e produzione di materiale su questi temi, cartelli antismog – disegnati dai bambini – che invitano i genitori a spegnere i motori delle auto per non inquinare mentre aspettano i figli all’uscita dalla scuola e infine un cartello che porta l’attenzione sui propri rifiuti, all’ingresso della pineta.

L’esperienza si è anche aperta ad altri territori, come in occasione dell’incontro con gli alunni di Rovereto e alla dimensione regionale attraverso la partecipazione al progetto “Concittadini” promosso dalla regione Emilia Romagna. In alcuni momenti abbiamo anche abbracciato la dimensione europea, come in occasione dell’incontro con i ragazzi del progetto “Flow4yu” e non abbiamo mai perso l’attenzione alla dimensione internazionale dei diritti, specialmente quelli dell’infanzia. Abbiamo approfondito inoltre il tema della legalità anche scoprendo tante realtà di impegno sociale come quella di Libera.

La vera sfida è stata riuscire poi a riportare tutti questi progetti agli altri bambini della città e all’intera comunità. Per fare questo, nel corso del tempo, abbiamo sviluppato vari canali comunicativi: dalle bacheche all’interno delle scuole a un giornalino, prodotto dai ragazzi, che racconta a fine anno il percorso svolto, fino alla realizzazione di un blog nel quale possiamo caricare testi, foto e disegni prodotti dai bambini. Abbiamo anche realizzato un bel video che racconta l’esperienza del Consiglio.

Cosa fa e cosa pensa un sindaco bambino? Quali sono i suoi programmi per la comunità?
Non posso rispondere a questa domanda perché in tutti questi anni a Cervia, a differenza di quanto avviene in altre città d’Italia, i bambini del Consiglio non hanno mai sentito l’esigenza di nominare un sindaco. E noi facilitatori ci siamo guardati bene dal suggerirlo. Il numero contenuto dei partecipanti ha sempre permesso, infatti, di lavorare efficacemente anche in modo assembleare. Bisogna riconoscere che i bambini sono stati molto bravi nel definire delle regole e nel rispettarle. Ne hanno scelte poche, ma che in un certo senso raccolgono tutto ciò che è davvero cruciale per un buono svolgimento dei lavori: ascoltarsi, rispettarsi, accogliersi e aiutarsi. Ognuna di queste è stata poi declinata e approfondita: il rispetto, ad esempio, si è esteso progressivamente dalle persone anche alla natura e infine agli oggetti, in quanto costituiti da materia ed energia e prodotti dal lavoro di qualcuno, degno a sua volta di rispetto.

Che cos’è la “lettera dal futuro” e come si sono immaginati la vita nell’anno 2050 i bambini che l’hanno scritta?
La “lettera dal futuro” è una delle tante attività che abbiamo proposto in questi anni ai ragazzi, come introduzione ai lavori di un Consiglio. Abbiamo accompagnato i ragazzi in una fantasia guidata nel futuro, invitandoli ad immaginarsi nell’anno 2050 e a spedire una lettera a se stessi di oggi, con consigli o avvertimenti. Ognuno ha scritto la propria, individualmente, poi – divisi in gruppi – li abbiamo invitati a disegnare la vita nell’anno 2050, partendo proprio da quelle lettere. È un esercizio che porta a galla, in modo semplice ma efficace, le paure e le speranze rispetto all’avvenire e alimenta un dibattito fra i bambini e i ragazzi nel momento in cui si confrontano sulle proprie proiezioni. Sono emerse cose molto interessanti: tanta tecnologia (auto volanti, robot, case automatizzate etc…) ma anche il sogno di più spazi verdi, luoghi di incontro, serenità (la famiglia con i figli, in una casa con il camino), più tempo per giocare, meno inquinamento e rifiuti… e ancora i timori di terrorismo, crisi, guerre. Come sempre, poi, non sono mancati i tocchi di creatività: il semaforo sulle nuvole per le auto volanti – giustamente – il tetto delle case a cupola di vetro, per parcheggiare quelle stesse auto ma al contempo per vedere le stelle, robottini raccogli-rifiuti nei parchi e infine la guerra messa finalmente al bando con tanto di cartello stradale di divieto sulla parola War! Ecologisti, pacifisti, attenti all’amicizia, all’amore, ai diritti: e c’è chi ancora dice che i nostri piccoli non hanno valori…

Il comune di Cervia in che modo è coinvolto?
Il Comune di Cervia in tutti questi anni ha dimostrato di credere davvero nel progetto e di non farne soltanto una questione di immagine. Lo ha fatto ascoltando le proposte dei bambini, favorendo lo sviluppo del progetto con investimenti in personale e strutture (dagli spazi ai trasporti) e impegnandosi quando possibile a realizzare le proposte emerse dal Consiglio. Negli anni gli amministratori si sono un poco per volta innamorati di questo progetto e ne hanno capito il valore in maniera sempre più profonda. In uno degli ultimi incontri congiunti con il Consiglio degli adulti si sono viste anche delle lacrime solcare i volti dei consiglieri “grandi”.

E gli istituti comprensivi sostengono l’iniziativa oppure no? E i genitori?
Certamente! Senza il sostegno attivo e l’accompagnamento degli insegnanti, il Consiglio non potrebbe nemmeno tenersi. Per questo abbiamo anche svolto degli incontri di formazione con le insegnanti, a inizio anno, per ragionare sugli obiettivi e sulle modalità di gestione del Consiglio. Anche i genitori dei Consiglieri sono coinvolti e normalmente li accompagnano all’incontro finale, di sera, nella Sala del Consiglio comunale, in Municipio, con un certo orgoglio per i propri piccoli.

Come si svilupperà nei prossimi anni il progetto?
Questo non posso saperlo, noi non abbiamo mai orientato il percorso, sono i bambini a definirne gli sviluppi. Dovresti chiederlo a loro, che sono i veri protagonisti!

“Lasciati guidare dal bambino che sei stato”, scrive José Saramago. I bambini vengono da un altro pianeta: la terra. Proviamo allora ad immaginare di tornarci anche noi, un bel giorno. Su questo pianeta che abbiamo troppo a lungo calpestato. E lasciamo che a guidarci sia un senso primitivo di empatia per l’altro da noi. Fidiamoci del nostro istinto perché, come dice Keith Haring, “i bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato”.

* Già assessore all’Ambiente, Patrimonio ed Urbanistica del Comune di Colorno (Parma), è coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi e autore di diverse pubblicazioni – con Michele Dotti per la Emi ha scritto L’anticasta. L’Italia che funziona  – e di alcuni blog (tra cui marcoboschini.it). Questo articolo è stato pubblicato anche su huffingtonpost.it
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