Diciamoci la verità: provare vergogna non è qualcosa di molto comune nel nostro tempo. Capita, il più delle volte, a chi viene condannato, a chi teme di esserlo e a chi ha seri problemi di coscienza. Il signor Werner Baumann, amministratore delegato del colosso chimico-farmaceutico Bayer – sì, quello che dispensa miliardi di pastiglie in ogni farmacia del pianeta e che nel 2018 ha comprato la Monsanto – evidentemente non ha di questi problemi. È appena andato in Messico per celebrare i cento anni (in Italia sono 25 in più) della presenza di un’azienda che, per far onore al suo solo principio etico – guadagnare di più – ora nel suo ripugnante curriculum può associare alle attività produttive i momenti più orrendi della storia recente dell’umanità: dallo Zyklon B usato nelle camere a gas di Auschwitz all’Agent Orange, la più nota delle armi chimiche utilizzate in Vietnam ma ben conosciuta anche in Italia, soprattutto a Seveso, con il nome di diossina. Anche il più diffuso frutto velenoso contemporaneo della ricerca scientifica di un’azienda che fino al 1925 commercializzava uno sciroppo per la tosse contenente eroina è assai noto. Si chiama glifosato, è il veleno agricolo più utilizzato nel pianeta, e negli Stati Uniti è stato al centro di 138mila procedimenti giudiziari. Per cercare di fermare la pubblicità negativa, Bayer ha accettato un accordo in via extragiudiziale per la quale ha stanziato finora 16,5 miliardi di dollari. Ci sono tuttavia ancora circa 30mila cause pendenti. Bayer ha annunciato che nel 2023 avrebbe smesso di vendere il glifosato per uso domestico e giardinaggio negli Stati Uniti, ma il signor Baumann è andato in Messico proprio per dire che l’azienda sta valutando di investire lì 361 milioni di dollari a patto che la si finisca di ostacolare tanta generosità (come se gli investimenti fossero donazioni e non fonte di nuovi incalcolabili profitti) con norme restrittive sui pesticidi e le sementi Ogm. In fondo, fa il suo mestiere: proteggere gli investimenti, anche quelli destinati allo sterminio. Com’è noto, nel 2015 l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva catalogato il glifosato come un «probabile cancerogeno per l’uomo», eppure meno di un mese fa l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha deciso di mantenere l’attuale classificazione del glifosato ritenendo l’aggettivo “cancerogeno” non giustificato. Ora si attende il parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, previsto per il luglio 2023, prima del pronunciamento decisivo della Commissione Europea. Intanto la Bayer potrà continuare a celebrare i suoi successi nel mondo e ad avvelenare miliardi di persone

Nei giorni scorsi il direttore globale di Bayer (proprietaria della Monsanto) è venuto in visita in Messico. Ha annunciato – come si trattasse di concedere un favore e non di far maggiori profitti – che stanno valutando la possibilità di investire 361 milioni di dollari, “sebbene [il Messico] dovrebbe migliorare le condizioni per favorire investimenti nel suo territorio”, per poi sottolineare che dunque chiederanno di modificare a favore dell’investimento le normative esistenti.
L’occasione della visita era di commemorare i 100 anni della presenza in Messico. In un secolo la Bayer ha accumulato ogni tipo di ignominia a livello globale. Ad esempio, la vendita di eroina come rimedio per la tosse, con la creazione del consorzio tedesco IG Farben (in seguito scorporato in Bayer, BASF e Hoechst), che ha inventato e venduto anche un pesticida altamente tossico, meglio noto come Zyklon B gas.

IG Farben ha collaborato con il nazismo e ha fornito quel gas per l’utilizzo nelle camere di sterminio dell’olocausto, mentre si arricchiva con il lavoro schiavo dei campi di concentramento. Al di là di un noto analgesico, il core business della Bayer è stato la vendita di veleno caratterizzata da un’assoluta mancanza di scrupoli.
Anche la Monsanto ha una storia tremenda: fabbricazione di armi chimiche, come il noto Agent Orange; imbrogli per trarre profitto dalla vendita di sostanze tossiche, dai PCB al glifosato, dicamba e altri. L’utilizzo dei veleni non è riservato solo all’agricoltura, ci sono anche gli ormoni transgenici per il bestiame e i discussi additivi per mangimi. L’acquisto di Monsanto da parte di Bayer ha messo insieme la storia nera di ciascuna di esse e reso più evidente l’etica che le anima.
Sarebbe una vergogna per chiunque ricordare 100 anni così, tutto indica invece che il motivo di questa visita di Bayer sia piuttosto fare una dichiarazione, lanciare un avvertimento in difesa del mais transgenico e dei veleni agricoli come il glifosato e fare una velata denuncia sui cambiamenti che hanno autorizzato in Messico l’acquisto ufficiale di medicinali attraverso l’ONU.

tratta invece da https://www.oorlogsmuseum.nl/en/news/zyklon-b/
Bayer-Monsanto è attualmente la più grande azienda al mondo nella vendita di sementi industriali, la prima nella vendita di semi transgenici, la seconda nelle vendite globali di prodotti chimici per l’agricoltura e una delle 10 maggiori aziende farmaceutiche mondiali. Il Messico è un mercato importante per Bayer-Monsanto. Ad esempio, insieme a Corteva (fusione delle società DuPont e Dow) controlla oltre il 90 per cento della vendita industriale di semi di mais.
Nel luglio scorso, il giudice Francisco Javier Rebolledo ha concesso alla Monsanto una proroga nei confronti di un decreto presidenziale del dicembre 2020 che ordina alle agenzie corrispondenti di non approvare la semina di mais transgenico e di sostituire l’uso del glifosato in vista della sua eliminazione nel 2024. Sebbene questo decreto consenta di utilizzare degli escamotage per continuare a importare mais transgenico e utilizzare il glifosato, l’industria agrochimica vuole impedire qualsiasi cambiamento, motivo per cui sono stati presentati più di 40 amparos contro di esso.
Quelle eccezioni concesse alla Bayer-Monsanto prendono in esame solo dati forniti dalla transnazionale e non tengono conto del gran numero di documenti scientifici che mostrano invece l’elevata tossicità del glifosato, compreso il suo potenziale cancerogeno, così come stabilito dall’OMS nel 2015 e come mostrato in altri studi scientifici recenti.
Allo stesso modo, ignorano del tutto il fatto che in varie zone rurali dello Stato di Jalisco (e in altri Stati della federazione del Messico) sono stati trovati residui di glifosato e altri pesticidi nelle urine di tutti i bambini delle scuole prelevati, una situazione gravissima che richiede cambiamenti immediati.
Dopo l’acquisto della Monsanto, Bayer ha dovuto affrontare più di 138mila procedimenti giudiziari relativi al glifosato solo negli Stati Uniti, sono stati intentati da parte di vittime di cancro o delle loro famiglie. Da allora, la Bayer ha perso tre cause legali emblematiche – promosse da Dewayne Johnson, Edwin Hardeman e dalla coppia Pilliod – in cui è stato dimostrato che la Monsanto sapeva che il glifosato era altamente pericoloso e potenzialmente cancerogeno e lo nascondeva. È stato questo l’elemento decisivo per i giudici per concordare con i promotori delle cause e decidere per ciascuno dei casi presi in esame di pagare decine di milioni di dollari di danni e risarcimenti. Bayer ha portato il caso alla Corte Suprema, che si è pronunciata nel 2021 a favore delle vittime.

Nel processo, un giudice della California ha ordinato di rendere pubbliche migliaia di pagine di documenti che la Monsanto manteneva riservati. Dimostrano che l’azienda sapeva della pericolosità del glifosato, che falsificava documenti scientifici, che cercava di influenzare con metodi dubbi, fuorvianti o probabilmente illegali le decisioni delle agenzie di regolamentazione e di altri.
Questa valanga di prove è diventata Monsanto Papers ( https://usrtk.org/monsanto-papers/ ), parte dei dossier si può leggere anche in spagnolo (https://monsantopapers.lavaca.org/ e qui una copertina di Internazionale dedicata al caso nel 2017).

Per cercare di fermare la pubblicità negativa, Bayer ha accettato un accordo in via extragiudiziale per la quale ha stanziato finora 16,5 miliardi di dollari. Ci sono tuttavia ancora circa 30mila cause pendenti. Allo stesso tempo, Bayer ha annunciato che nel 2023 avrebbe smesso di vendere il glifosato per uso domestico e giardinaggio negli Stati Uniti.
Si tratta, con ogni evidenza, di un altro esempio dell’etica della Bayer-Monsanto: si dimostra che conosce i danni, smette persino di vendere negli Stati Uniti in alcuni settori, ma vuole che il Messico non possa decidere liberamente come proteggere la salute dei suoi abitanti.
Fonte: La Jornada
Traduzione per Comune-info: marco calabria
È una strada facile ma del tutto spregevole imporrre il glifosato in Paesi dove non si sono sviluppati movimenti e/o associazioni che segnalano la pericolosità del glifosato e dove i Governi non tutelano sufficientemente la salute dei cittadini.