di Sandra Cangemi
Problema: preparare il pranzo per dieci persone. Svolgimento: prima di tutto si va a vedere cosa c’è nell’orto e in dispensa. Nell’orto c’è la zucca, e durante la riunione per il menu le proposte fioccano: pasta con sugo di zucca, risotto, gnocchi, vellutata, tortelli. Il più votato risulta il risotto. Poi bisogna andare a prendere e pesare la zucca, calcolare quanto riso a persona e in totale, e infine i bambini si dividono i compiti e si mettono all’opera: c’è chi taglia a pezzi la zucca e chi trita la cipolla… L’orto serve a darci cibo, ma anche a imparare ome si produce dalla terra, che cosa significa mantenerla fertile e quale delicata rete di connessioni tra i viventi (messa seriamente in crisi dall’eccessivo consumo di risorse naturali da parte degli umani) sostiene la vita. Lo stesso vale per la cura degli asini e della cavalla, straordinaria “palestra” di affetti ma anche di intercultura, riconoscimento dei diritti, delle esigenze e del linguaggio dei viventi non umani.
Conoscere vuol dire imparare ad amare (anche il proprio territorio) e quindi a prendersi cura e ad assumersi responsabilità, come persone e come comunità.
Nel pomeriggio, poi, si discute di migranti, si guarda un documentario sui popoli indigeni che difendono le loro terre o si fa il gioco delle “carte verdi”, per scoprire che scegliere uno snack o un cellulare non è affatto una cosa neutrale, ma ha una serie di conseguenze, positive o negative, sull’ambiente e sulle persone, magari dall’altra parte del mondo.
Conquistare strumenti per costruire un futuro migliore
Siamo a scuola, ma l’aula è un po’ speciale: la Cascina Santa Brera di San Giuliano Milanese. Qui il venerdì la cooperativa sociale Praticare il futuro organizza dal 2013 la scuola in fattoria: bambini e bambine della materna e delle elementari e medie, a venerdì alterni, vengono alla scuola in fattoria. L’orario è quello scolastico, dalle 8 alle 16, ma in questa scuola la matematica e le scienze vengono praticate in cucina, la geometria bi e tri dimensionale, la misura e il calcolo nella bottega del falegname; le scienze nella cura dell’orto e degli animali; l’italiano, la storia, la geografia nella ricerca sul consumo critico e la cittadinanza attiva, a livello globale e locale. I grandi problemi del mondo – le guerre, le migrazioni, il riscaldamento climatico, la crisi ecologica, le crescenti disuguaglianze – vengono indagate, analizzate e collegati tra loro attraverso giochi e ricerche, ma anche ricollegati con le questioni locali e i nostri stili di vita e di consumo, magari facendo ricostruendo la storia sociale e ambientale che c’è dietro la Nutella e facendone un cartellone informativo… Si impara quindi a pensare in modo complesso ed eclettico, assumendo diversi punti di vista e mettendo in discussione alcuni principi fondanti della cultura occidentale attuale, consumista e individualista, come richiede un mondo sempre più complesso e interconnesso.
È possibile scaricare il quaderno Seminare un mondo nuovo (43 testi) qui
In questo modo si decostruiscono l’”impotenza appresa” e la frammentazione sociale spesso trasmesse dalla famiglia, dalla scuola e dal nostro ambiente sociale in genere (“pensa ai fatti tuoi”, “la realtà è questa e bisogna adattarsi”, “questo è l’unico mondo possibile”) e si conquistano gli strumenti per immaginare e costruire, individualmente e collettivamente, modi diversi di vivere, più sobri, giusti e anche più equilibrati e felici.
Imparare facendo, lo dice perfino il ministero dell’Istruzione
Ma come fanno i/le bambini/e a venire in fattoria in orario scolastico? Le recenti Indicazioni ministeriali per il curricolo relative agli ambienti di apprendimento sottolineano la valorizzazione delle esperienze pratiche, utilizzando le risorse del territorio, in quanto stimolano l’alunno a pensare, provare, realizzare e valutare le attività stesse vissute in condivisione e partecipazione con gli altri. L’obiettivo (reso ora obbligatorio) è sviluppare tutte le competenze – cognitive, pratiche, emotive e civiche – dello studente attraverso un apprendimento personalizzato.
In Cascina bambine e bambini, ragazzi e ragazze imparano dunque facendo, pensando, scegliendo insieme, intrecciando relazioni affettuose con asini e cavalla, ma non solo: lavorando in autonomia e valutando questo lavoro come individui e come gruppo, riflettono su come la loro mente apprende, sperimenta, escogita soluzioni originali ai problemi. Inoltre, attraverso la gestione autonoma delle regole e dei conflitti e la vita quotidiana in Cascina, improntata al risparmio e riutilizzo di risorse e al rispetto della terra e degli esseri viventi, ma anche attraverso giochi, laboratori, ricerche e progetti di tipo giornalistico (per esempio realizzazione di documentari). Così vengono aiutati a sviluppare la responsabilità sociale e ambientale, le capacità di cooperazione, l’attitudine alla cittadinanza attiva e partecipata, l’autoregolazione e la gestione dei conflitti.
L’ambiente della Cascina Santa Brera, che pratica la produzione di cibo in modo biologico e con l’approcci della permacultura, permette agli alunni/e di immergersi non soltanto in un ambiente rurale, con i suoi innumerevoli stimoli, ma in un luogo che pratica quotidianamente i principi dell’economia solidale, sobria e sostenibile, a cominciare dalla responsabilizzazione, la valorizzazione delle diversità, la solidarietà, il “ciclo chiuso”, lavorando con e non contro la natura, dimostrando nella pratica che vivere in modo più ecologico, equo ed equilibrato è già possibile ed è anche fonte di grandi soddisfazioni.
Anche per le scuole e per prevenire l’abbandono scolastico
La possibilità di integrare l’apprendimento in aula con esperienze in Cascina viene offerta anche a gruppi o classi di scuola materna, elementare e media, concordando con le/gli insegnanti progetti specifici sai di tipo tematico (per esempio approfondimenti sul consumo critico, la sovranità alimentare, la sostenibilità energetica ecc.), sia di tipo disciplinare (per esempio come utilizzare la matematica, la geometria o le scienze in cucina, in sartoria, in falegnameria, nell’orto…).
Il coinvolgimento della persona intera e l’apprendimento che parte dall’esperienza, quindi dalla manualità e dalla necessità di risolvere problemi “autentici”, quotidiani e materiali, è particolarmente utile per i/le ragazze/i che fanno fatica ad accettare l’approccio più astratto e tutto mentale dell’ambiente scolastico classico, quindi a rischio di espulsione o abbandono scolastico, aiutandoli a interiorizzare e consolidare il sapere e le competenze.
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Per chi è interessato ad approfondire: https://praticareilfuturo.wordpress.com/scuola/agriscuola/ oppure https://www.facebook.com/cooppraticareilfuturo/?ref=bookmarks (dove trovate anche molti resoconti e foto).
Il documentario realizzato dai bambini sulla scuola in fattoria:
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