Lettera aperta all’ex presidente della Banca Centrale europea, uno dei più autorevoli e potenti sostenitori della trappola del debito, con la quale per decenni sono stati fatti digerire sanguinosi tagli alla spesa pubblica (non solo alla salute), privatizzazioni, sgretolamento dei diritti sociali e del lavoro. Mario Draghi ha scritto un articolo sul Financial Times in cui, come folgorato sulla via di Damasco, sostiene che, in una “guerra” come quella contro la pandemia, gli Stati possono e devono spendere, subito e senza vincoli, compresi legati all’innalzamento del debito pubblico. Lo Stato, afferma il predecessore di Christine Lagarde, deve mobilitare il sistema bancario e finanziario, facendosi garante di finanziamenti erogati a tutti a tasso zero e senza condizioni. Marco Bersani prova a leggere tra le righe di una posizione che avrà lasciato esterrefatta la gran parte dei non pochi sostenitori dei sacrifici umani (pensate solo alle “vecchie” e inutili vittime del virus) e dei burocrati di Bruxelles, ma che trova il consenso entusiasta e “finalmente” unanime dell’intero quadro politico nazionale. Ce n’è abbastanza perché le persone comuni confinate agli arresti domiciliari si diano da fare per cercare di scoprire dove sta il trucco
Buongiorno Professore,
devo confessarle che leggo sempre con molta attenzione ogni suo intervento, sia perché, a differenza di altri esponenti dell’élite che strabordano sui media, lei è generalmente più pudico, sia perché ho imparato che ogni volta che lei prende parola non è mai per caso, bensì per suggerire uno scenario. Per dirla tutta e meglio, diciamo che ogni volta che lei interviene, non so perché, ma mi viene da guardarmi le spalle.
Ed è successo anche questa volta, dopo il suo autorevole intervento sul “Financial Times”, in cui ha espresso alcuni concetti fondamentali, che provo qui a sintetizzare: a) siamo in guerra; b) come in ogni guerra servono misure straordinarie; c) queste misure devono essere a carico dello Stato, che deve spendere, moltissimo e subito, non solo per sostenere il reddito delle famiglie, ma per evitare il crollo della capacità produttiva del paese; e) per fare questo, lo Stato non si deve assolutamente preoccupare dell’innalzamento del debito pubblico e deve mobilitare il sistema bancario e finanziario, facendosi garante dei finanziamenti da questo erogati a tutti a tasso zero e senza condizioni.
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Sono sicuro che tra i burocrati di Bruxelles più d’uno sia cascato dalla sedia, sentendo queste parole. “Ma come? Uno dei massimi sostenitori della trappola del debito con la quale abbiamo per decenni ingabbiato i popoli facendogli digerire tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, sgretolamento dei diritti sociali e del lavoro, improvvisamente sostiene che gli Stati possono e devono spendere, subito e senza vincoli?”. O forse hanno capito il trucco.
Sono altrettanto sicuro del plauso che le verrà immediatamente tributato dalle forze politiche di tutti gli schieramenti, sia per ordinario servilismo verso i potenti, sia per poter prendere parola “al rimorchio”, essendo rimasti attoniti di fronte alla emergenza sanitaria e sociale che ha travolto le persone che avrebbero dovuto proteggere. E questi non hanno sicuramente capito niente.
Vorrei allora, dalla modestia della mia scrivania di casa, dove sono confinato come quasi un miliardo di altre persone sul pianeta, provare a interloquire con lei.
Partiamo dall’assunto iniziale, che immediatamente non mi trova d’accordo.
Non siamo in guerra e il nemico è tutt’altro che invisibile. Su questo, Bertolt Brecht scrisse questi versi memorabili: “Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico.”
Parliamoci chiaro: perché di fronte a un serissimo problema sanitario e sociale, diventato tragedia per l’incapacità di gestirlo come tale, tutti, lei compreso, avete iniziato a militarizzare il linguaggio? State forse cercando di dirci che sarà la guerra – ora sanitaria, domani economica – lo scenario in cui pensate di rinchiuderci sine die? O state cercando di cementare un’unità nazionale, dentro la quale sarete ancora voi a comandare?
Servono misure straordinarie e gli Stati devono spendere? Noi che abbiamo sempre combattuto la trappola del patto di stabilità, del fiscal compact, dei vincoli di bilancio – le vere cause della trasformazione di un serio problema sanitario in una tragedia di massa – non possiamo che essere d’accordo.
Ma perché non dire allora che vanno abolite e che va stracciato il Trattato di Maastricht che le ha prodotte? State forse cercando di dirci che oggi si può spendere perché il mondo delle imprese è in affanno, per poi domani richiudere la gabbia e riproporci altri decenni di austerità?
Sembra proprio di sì, stando alle sue parole. Perché, se è vero che gli Stati devono spendere senza guardare all’aumento del debito pubblico – e siamo d’accordo – quali provvedimenti prevede lo scenario da lei proposto perché, nel secondo tempo di questa drammatica partita, gli Stati e le popolazioni non siano di nuovo messi con le spalle al muro?
Perché non dice l’unica cosa che andrebbe detta, ovvero che la Banca Centrale Europea dev’essere immediatamente trasformata in banca centrale che garantisca illimitatamente il debito pubblico degli Stati e ne compri, attraverso le banche nazionali, tutti i titoli emessi?
Crollerebbe l’impianto liberista?
Mi creda, prof. Draghi, quell’impianto è miseramente crollato nel grido di rabbia di migliaia di medici e infermieri, che chiamate eroi solo perché sapete di aver mandato all’inferno; è crollato dentro gli scioperi degli operai in lotta per la loro vita e contro l’altrui profitto; è crollato nella colpevolizzazione dei cittadini, costruita ad arte per non farli riflettere sullo scempio che avete fatto in venti anni di austerità.
Serve la responsabilità e la collaborazione di tutt@? Siamo d’accordo, ma a un patto: che anche le decisioni vengano prese con la partecipazione di tutt@ e, soprattutto, con un passo indietro da parte di tutti quelli che in questi anni ci hanno chiesto di competere fino allo sfinimento per poi non garantire protezione ad alcuno.
Perché, professore, il futuro è troppo importante per lasciarlo agli indici di Borsa.
Manuela Stella dice
Sono pienamente in accordo. I rapporti basati sul liberismo non sono più in grado di consentire esistenza dignitosa alla cittadinanza, neppure nel paesi occidentali. Dove ormai non si garantisce più neanche la vita.
Paolino Zappatore dice
Fermo restando che la libertà rimane una condizione imprescindibile dell’uomo, ovviamente opportunamente temperata da un grado di civiltà adeguato, affinato nel corso della storia dell’uomo, conosce altri sistemi di governo rispettosi della condizione di cui sopra?
Marco dice
Credo che sia il momento di iniziare a pensarci collettivamente, partendo da democrazia partecipativa, riappropriazione sociale dei beni comuni, economia socialmente ed ecologicamente orientata
Randa Romero dice
Si. Il modello deve cambiare, da piramidale a ‘fiore della Vita’.
Un modello basato sulla piena occupazione, sulla condivisione e la resistribuzione della ricchezza con tutti e fra tutti, soprattutto con tutta la Natura e la sua biodiversita’, che non seve mai più essere ridotta a oggetto-da-comprare-e-vendere.
Il capitalismo liberista, ultra finanziario e tecnocratico deve essere dismesso, con tutti i suoi nefasti corollari di sfruttamento, riduzione di tutta la Vita a merce, disuguaglianza iperbolica: pochi individui hanno ricchezza e potere superiore a tutta l’umanità messa insieme, superiore agli Stati democraruci, che tentano con ogni mezzo di asservire e distruggere.
Ad oggi, gli Stati democratici sono gli unici organi al mondo, nei quali la comunita’ umana, i Popoli hanno qualche possibilita’ di esprimersi.
Non esiste, purtroppo, alcun organismo internazionale, dalla Nato alka WTO, alla Ue, dove l’Umanita’ sia riconosciuta e possa esprimersi.
Qualche cosa proprio non va e lo vediamo continuamente.
Quesro modello nin funziona, perche’ e’ la traduziine socio-politico-economica di una grave patologia del carattere: il narcisismo patologico.
Augusto Santini dice
Come non dedurne che, da alcuni decenni, è in atto una “rivoluzione dei ricchi” che – diversamente dalle “rivoluzioni dei poveri” (sempre miseramente fallite) dispone di una potenza di mezzi a garanzia di un successo certo. Tra le armi più potenti utilizzate, la globalizzazione e il liberismo economico. E i primi risultati già si vedono : i pochi ricchi sono sempre più ricchi, i tanti poveri sempre più poveri ; i diritti delle persone, conquistati a caro prezzo dai nostri padri e dai nostri nonni, via via ridotti a macerie. Chi sono gli strateghi che, nella sala di comando, muovono le pedine in questa partita drammatica ? Dal mio punto di vista : personaggi come il Signor Draghi. Quindi, prima di apprezzare quanto da lui apertamente dichiarato (disilluso come son divenuto), mi riporto alla mente un famoso detto di Andreotti (degno rappresentante di questa ciurma di potenti e di ricchi) : “a pensar male ci si azzecca”. È chiaro Signor Draghi ? Quante volte lei ha fatto suo : “il fine giustifica i mezzi”? Questa sua ultima dichiarazione la leggo con i dubbi di cui sopra.
Grazie Onorevole Bersani per la lettera di cui sopra.
Rosa Maria dice
Si sono d’accordo. non è onorevole ma studioso. Non è il Bersani del PD.
Concordo con articoli e commenti. Dobbiamo formare una nuova internazionale del lavoro
Rosa
Marichaleo dice
Caro sig Paolino.
Bella domanda.
Marco Le ha risposta così
“Credo che sia il momento di iniziare a pensarci collettivamente, partendo da democrazia partecipativa, riappropriazione sociale dei beni comuni, economia socialmente ed ecologicamente orientata”
La Svizzera ha una democrazia partecipativa. Tra le più vecchie e datate della Terra.
Eppure questo virus non salverà nemmeno loro. Ha (quasi) chiuso le frontiere. Le imposte per gli svizzeri non sono un tabù. Hanno pochissima corruzione. Hanno tre pilastri pensionistici. Etc etc. Eppure anche loro non godono di buona salute.
Bella domanda. Che difficilmente trova una risposta sera e concreta se non solo belle parole
Giustamente “iniziare a pensarci collettivamente”
Con questa collettività? Quella che rappresenta il post?
No grazie. Almeno per me.
Marco dice
Cara Marichaleo, ma oltre a dire che quelle che scrivono gli altri sono tutte idiozie, riesci a fare lo sforzo di dire una cosa che tu faresti?
Secondo me ce la puoi fare
Alberto Grotti dice
Carissimi,
tutte giuste queste considerazioni di Marco Bersani , alle quali aggiungerei le Privatizzazioni del Passato . Con slogan del tipo Aboliamo il Pubblico – a Prescindere da tutto- e tutto sarà Privato ? Fu uno scontro che ebbi, al meeting di Milano Marittima con Beniamino Andreatta : che rifiutava qualsiasi Intervento del Pubblico ? A prescindere ! Bah , forse come Amato,Reviglio,Prodi ,…..
Arduino dice
Una pacata riflessione che ci permette di inquadrare bene le motivazioni che possono sottendere alle argomentazioni. E poi, questi fior fiori di economisti, riuscissero una volta tanto a fare previsioni di successo.
Colin dice
Avrei aggiunto che si propone di salvare le imprese per meglio ancora una volta salvare le banche presso quelle stesse imprese sono indebitate.
antonella dice
si il trucco è proprio questo, ci sarebbe da sospettare che i soliti noti big della Finanza e certe lobby non l’abbiano scatenata loro questa emergenza sanitaria economica!fantascienza? dietrologia? complottismo? non saprei ma comincio ad avere seri dubbi…
Marco dice
Scusate, ho scritto sono d’accordo, ma mi riferivo al messaggio di Colin. Invece sul complottismo non sono per niente d’accordo
Giampaolo dice
Esistono stupidità definibili “speculari” , una ad esempio è quella di chi vede complotti ovunque, specchiata in quella di chi non ne vede non tenendo conto delle cronache che ogni tanto, documenti alla mano, le rivelano. L’ atteggiamento dei secondi è però intellettualmente “pernicioso” perché nega la validità di un sistema fondamentale di approccio alla realtà, il “ragionamento inferenziale” e le sintesi a cui può arrivare partendo da fatti noti. Come secondo esempio, per citare l’ articolo coloro che parteciperebbero tutto contro gli autoritari. Dei secondi non vale parlare solo combatterli, ma i primi insistono sul sistema partecipativo rifiutando una analisi della evoluzioni di questi la dove sono stati sperimentati. Ad esempio: da noi nel sistema ospedaliero finito poi col “tribunale del malato”e qualche avvocato che fa cause agli ospedali pubblici (e le cliniche private ?) e ,uno su tutti , mito dei “partecipatori diretti”, Porto Alegre. Quando chiedi che fine ha fatto quell’ esperimento così famoso i partecipatori diretti cambiano discorso. Mi chiedevo se il partecipazionismo e l’ anticomplottismo di principio non avessero come ricaduta il mitologismo di stampo mistico religioso. V’oi vedè !
Marco dice
Sono d’accordo.
Laura dice
Certo. Spesa illimitata senza stracciare trattati capestro, sostegno diretto ad imprese e famiglie (come? Secondo quale criterio?) attraverso le banche per favorire la ripresa economica…La ricetta potrebbe essere diversa con Patti ben chiari: dare immediatamente soldi alle imprese in crisi ma con una Nuova IRI, (ritorno allo stato di industrie e servizi strategici (dalla Fiat alla sanita) e con divieto di produzione all’estero e vendita delle quote di maggioranza all’estero per salvaguardare la spesa pubblica e offrire garanzie agli azionisti: la cittadinanza (che attraverso le tasse paga); sostegno al reddito delle famiglie a cominciare da autonomi e partite iva (e poi revisione dell’ISEE), ritorno allo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici per evitare il precariato e infine lotta all’evasione seria a cominciare dai grandi evasori e dai fondi esportati all’estero. Il tutto condito da responsabilità della dirigenza pubblica rispetto a quanto fatto e da politiche economiche sostenibili.
antonella dice
si queste dritte potrebbero funzionare se davvero lor signori avessero a cuore il bene pubblico
Antonella dice
Le sembrano solo dritte?
Lucio Rossi dice
…. e se, invece del PIL, si cominciasse ad usare il GPI, o il BLI, o il BES, o il …….
…. chissà che il COVID-19 non ci aiuti in questo, risultando alla fin fine in un miglioramento della vita ….
Gianni Simoncini dice
L’Europa e’ davvero ad un bivio.
Una qualunque comunita’ ha senso se il termine SOLIDARIETA’ e’ alla base delle relazioni tra i suoi membri.
L’Europa non puo’ essere un gruppo di paesi condizionati e controllati dal piu’ forte e non ne puo’ far parte un piccolo paese (che vive di speculazioni finanziarie, banche, assicurazioni, tulipani, pomodori, cetrioli) che non accetta minimamente l’idea di solidarieta’ (praticando concorrenza scorretta grazie al sistema fiscale).
Luigi Meconi dice
condivido Marco. Di Draghi ricordo, 2011, la lettera che scrisse con Trichet al Governo perché privatizzasse il servizio idrico, tagliasse lo Statuto dei lavoratori, rivedesse le pensioni. Con, dietro, dimenticare, nella sostanza, tutta l’impalcatura della Costituzione democratica. Letta la lettera ricordo che scrissi fortemente preoccupato per la democrazia.
Infine, questo invocare di spendere a me fa più pensare che Draghi, conoscendo bene i risparmi delle famiglie, ripeto delle famiglie – vedi quanto cumulano con il piccolo risparmio postale, miliardi – credo pensi a questi risparmi. Più che a spese, come scrive Marco, partecipate. Non altro che cittadini che, a partire dai Comuni, concorrano, con bilanci partecipati, a un nuovo welfare comunale e statale.
Francesco Donadini dice
caro Marco, cos’hai al centro del tuo cuore? Perchè ti accanisci quando finalmente si seminano pensieri fuori dal coro. Ti ergi a giudice delle intenzioni. Forse non hai mai diretto un’impresa, forse non pensi che l’altro possa cambiare, forse…
Ho sempre il dubbio di sbagliare, ma non mi manca il coraggio di sognare.
Marichaleo dice
Egr Sig Francesco, concordo con lei. Aggiungo che niente sarà più come prima. E nel niente c’è tutto e tutti. Lo tsunami virale non guarda in faccia a nessuno. Non fa distinzione. Poi se qualcuno vuole complottare fino in fondo, penserà e crede, che nessuna élite finirà colpita da qst virus. Se anche ciò fosse vero, comunque mai più nulla sarà come prima.
C’è ancora la libertà per scrivere e pubblicare ciò che uno vuole. Di mandare lettere aperte alla élite. E questo post lo dimostra.
Io devo pensare (in tutta libertà) di vivere. Di non ammalarmi. Se penso di essere positiva asintomatica o solo fortunata ho il dovere di stare in casa. Limitare i danni per il prossimo. Non sono reclusa. Non mi sento reclusa.
Sono libera di dissentire completamente alle sciocchezze che ho appena letto nel post.
Sicuramente, visto i precedenti, o probabilmente verrò confinata e mi sarà precluso future repliche.
Lo hanno fatto nella mailing list della Lombardia per acqua bene comune perché dissentivo il loro appoggio al (non) nuovo partito a 5S
Partito che non ha rispettato nessuna delle 5S
Li avevo avvisati. E ho avuto ragione. Ahimè. Purtpppo. Avrei preferito al nuovo. Invece avendoli conosciuto direttamente avevo visto e ascoltato il giusto.
Ho paura. Sono traumatizzata. Provo dolore a sentire della generazione che sta sparendo nelle e tra le difficoltà di medici e infermieri.
Proprio per questo disapprovo questo post. Ora soprattutto.
Siamo su un Titanic che sta affondando e c’è chi perde tempo, fa lo schizzinoso e punta sempre quel il dito oramai logoro e stantio e per nulla illuminato. Sempre a fare i capricci e a non giocare perché nel cortile c’è “lui”.
Ma basta. Ma perché non usare le energie che avete per unire il paese invece che dividerlo tra vecchie rabbie e ancestrali rancori?
Ma basta.
Ci sono persone che da decenni pensano solo a lamentarsi e a dividere questo paese.
Draghi sarà l’élite. Draghi avrà contribuito a tutto ciò. Draghi avrà creato tutto ciò. Ok accetto tutto. Va bene. Vi do ragione.
E adesso?
Vado in strada, contagio, sprovvista di autocertificazione perché inutile è lesiva della libertà. Se incappo in un cattivo poliziotto, vigile urbano e carabiniere o militare gli urlo in faccia che sono libera che tutto ciò non è colpa mia e che non sono ammalata. Scappo o mi faccio arrestare/ammendare. Poco cambia. Visto il tono del post.
Tutta colpa di Draghi e compagnia.
Sinceramente? Ora?
A leggere questo post mi vien solo da dire: viva Draghi se voi sareste l’alternativa.
Vi seguivo prima perché in fondo avevate qualcosa da dire che faceva riflettere.
Niente sarà più come prima.
Lo spero. Sinceramente e, auspico più di prima dopo aver letto questo post.
Non so se questo post verrà cancellato.
Chissà.
Chi grida al confino ha a suo tempo “confinato”.
Nessuno è senza peccato.
Lo dico da laica.
Marco dice
Mai scritto nulla su quello che Draghi ha fatto (e ci sarebbe un libro da scrivere). Ho provato a rispondere a quello che Draghi ha detto ora. Mai detto che non bisogna comportarsi responsabilmente per fronteggiare l’epidemia. Mai detto nulla di quello che mi attribuisci. Quindi in merito a quale delle cose che ho scritto stai replicando?
Marichaleo dice
Caro sig Marco, dove ha letto che io abbia scritto che lei ha scritto qualcosa su quello che ha fatto Draghi? Ho riletto il mio post e non ho trovato nulla in merito. Se me lo riporta la ringrazio.
Dopo tale precisazione, proseguo. …
1- Io ho risposto al Suo post in cui definisce (tra il resto che è inutile riportare) Draghi come “Uno dei massimi sostenitori della trappola del debito con la quale abbiamo per decenni ingabbiato i popoli facendogli digerire tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, sgretolamento dei diritti sociali e del lavoro, improvvisamente sostiene che gli Stati possono e devono spendere, subito e senza vincoli?”. O forse hanno capito il trucco.” Quindi già si è espresso su Draghi e molto, tanto che pure gli scrive apertamente e pubblicamente.
2- “Mai detto che non bisogna comportarsi responsabilmente per fronteggiare l’epidemia”
Come no. Avrò capito male ma nella sua lettera aperta scrive che siamo confinati.
E meno male. Perché fino a che non ci hanno obbligato a stare a casa per decreti ci siamo infettati tra una passeggiata e un aperitivo irresponsabile
Come ho scritto senza regole e senza sanzioni si evince che non siamo responsabili. E quando c’è lo impongono qualcuno scrive “ della mia scrivania di casa, dove sono confinato come quasi un miliardo di altre persone sul pianeta, ”
Mi fermo qui perché
È sufficiente per capire che non abbiamo lo stesso pensiero su ciò che ha detto Draghi.
E meno male dico io.
Ma anche in una democrazia limitata e parlamentare i numeri fanno la differenza. Vince e governa chi prende più numeri.
E la prego non replichiamo con la stupidaggine che questo governo non l’ha eletto nessuno.
Il nostro governo viene nominato dal PdR dopo le consultazioni dei 2 rami del parlamento e siamo una repubblica parlamentare. Etc etc
Io la chiudo qui restando in disaccordo con lei, con il tono e con la sostanza della sua lettera aperta.
Saluti
Marco dice
Che Draghi sia stato uno de massimo esponenti della trappola del debito pubblico è realtà oggettiva. Ma nella mia lettera non l’ho attaccato per quello. Ho contrastato quello che lui dice nella sua ultima intervista e non il suo passato (presente?). Mi sono definito confinato perché così è. È anche questo un dato oggettivo, anche se necessario. Qualcuno può definirsi libero quando è costretto a stare in casa, io mi definisco confinato, perché per me la libertà è che i miei figli vadano a scuola, vedano i loro compagni, facciano calcio e pallavolo e possano andare al parco e io con loro. Se questo non si può fare, noi non lo facciamo, ma non ci sentiamo liberi, bensì confinati. Qual è il problema?
Ma direi, chiudiamola qua, apparteniamo a due modi diversi di guardare il mondo; per fortuna il pianeta è sufficientemente grande per tutte/i
giuseppe brizzi dice
Ma come, una volta che Draghi promuove una iniziativa che potrebbe farci uscire meglio dalla attuale situazione lo attacchi? Personalmente non credo che le situazioni si possano modificare l’un contro l’altro armati a meno che non si tenda ad una rivoluzione tipo Brigate Rosse. Vorrei inoltre ricordare che i limiti in cui ci si può muovere nella Comunità Europea sono stati fissati dai capi dei governi che fanno parte della comunità e ad essi si devono attenere anche i capi della Comunità vera e propria; trovando talvolta degli escamotage per dribblare le volontà dei tedeschi. Vorrei aggiungere inoltre che se DRAGHI ragionasse come noi e volesse in ogni occasione chiarire che vuole disfare l’attuale situazione tu credi che lo avrebbero messo a capo della banca europea?
un caro saluto giuseppe
Marco dice
Non sono armato e non ho intenzione di diventarlo. Ma so riconoscere chi sta con i primi e chi sta con gli ultimi. Draghi propone di spendere oggi per far ripartire l’economia (fin qui sono d’accordo a patto che non si voglia far ripartire questa economia, ma si investa solo ed esclusivamente sulla trasformazione ecologica dell’economia), ma se non dice poi chi pagherà tutto questo, sta di fatto dicendo che lo pagheranno gli ultimi. Io ho proposto un meccanismo molto semplice: il debito fatto per tutto questo non venga fatto con il mondo bancario e finanziario (che poi ci strangolerebbe con gli interessi sul debito) ma se ne faccia carico la Bce. Cosa non funziona in quello che propongo?
Vito dice
Sono stanco di personalismi e distinguo che non portano a niente, sottoscrivo il commento di Marichaleo.
Marco dice
Se Draghi ti fa sognare non sei messo tanto bene quanto a immaginario. Se Draghi volesse davvero cambiare (e non spendere oggi, e siamo d’accordo, per incastrarci domani) dovrebbe dire che l’impalcatura dell’austerity va eliminata. Ma non lo dice
Francesco Donadini dice
il tuo accanimento ti ha messo in condizione di non essere in grado di rispondere alla mia domanda, ne di provare a capire il mio pensiero: non ho scritto che Draghi mi fa sognare, non vivo di pregiudizi e ho fiducia nella capacità delle persone di migliorarsi, di cambiare. Perchè mi giudichi gratuitamente? Bello e ricco di spunti il pensiero sincero di Maricheleo. Grazie comunque perchè la capacità di migliorarsi si costruisce nell’umiltà del confronto.
Marichaleo dice
Caro Francesco condivido il tuo ultimo pensiero
Soprattutto “” ho fiducia nella capacità delle persone di migliorarsi, di cambiare. ””
Grazie.
Solo così potremmo crescere. Solo così se davvero come penso “mai nulla sarà più come prima” la fiducia, il cambiamento e il miglioramento saranno il prossimo futuro.
Purtroppo il rancore, la rabbia e il legame con il vecchio ancestrale passato logora gli animi e rallenta il cambiamento.
Il post di Marco ha dato molto su cui riflettere. Si può alla fine esser d’accordo oppure no.
Lui pensa che siamo reclusi. Io no.
Diciamo che una volta letto io mi trovo in disaccordo su tutto.
Quella élite tanto avversa non la trovo così preoccupante.
Buon riposo mentale a tutti.
paolo cacciari dice
Ottimo, caro Marco. Provo a seguire il ragionamento. Il mondo delle imprese (per lo meno in tutto l’Occidente) era in affanno già da prima della pandemia. Una crisi di sistema che abbiamo definito più volte come strutturale, cioè multidimensionale e plurifattoriale (sia di domanda che di offerta, sia di profittabilità che di occupazione, ecc.). Anche i più incalliti liberisti lo sanno e sperano che per “rimettere in marcia l’economia” (aumentare i rendimenti del capitale) – verso quale nuovo abisso, poi! – basti invertire la corsa del pendolo delle politiche economiche dall’ordoliberalismo al keynesismo. (A dire il vero la Federal Reserve non ha mai smesso di lanciare dollari dagli elicotteri!). La pandemia capita al momento giusto, è lo shock che aiuta la conversione senza bisogno di tante autocritiche e spiegazioni. C’è fuori dall’uscio di casa un “nemico esterno” invisibile (ci ricordiamo dell’11 Settembre?) che “stringe a coorte” le masse, le disciplina per impegnarle in nuove sfide produttive competitive. Non vorremo mica rimanere senza ospedali, senza lavoro, reddito?
Caro Marco, ti chiedi come poter uscire da questo permanente ricatto, dalla “gabbia d’acciaio”. Io credo che il terreno vero di conflitto (tra capitale e lavoro) non sia sulla quantità di spesa, ma su per cosa valga davvero la pena investire e lavorare. In altre parole dovremmo incalzare Draghi (passato da teorico del “pilota automatico” a candidato capo di stato – ma forse non c’è molta differenza) su una Green, Just and Global Transition, cioè su una vera rivoluzione sociale.
Un abbraccio, paolo
Marco dice
Caro Paolo, sono d’accordo e stavo anche inserendolo nella lettera, ma poi mi sarebbe venuta troppo lunga. Ciò che volevo sottolineare era soprattutto il trucco di eliminare i vincoli ora per poi rimetterli dopo
Daniele Mario dice
Sono d’accordo su quello che dici ancora di più sul tipo di linguaggio che si usa battaglia guerra e altro e il modo di esprimere il loro fallimento ma non tutti riescono a capire
armando danella dice
sulla lettera aperta dell’ex presidente della BCE Mario Draghi sarebbe bene che venisse pubblicizzato un parere di Yanis Varoufakis che ritengo una voce più che autorevole per la sua specifica conoscenza
Stefano Caroselli dice
Caro Marco mentre il futuro è materia inesplorata, del passato v’è certezza. Gli errori politici, economici e sociali rimangono agli atti. Non mi sembra di ricordare contesti economici e sociali in cui Draghi, erede di Prodi, al di là del ruolo di fedele guardiano dell’indiscutibile euro. E prima dentro l’FMI, dove mi sembra sia stato zitto e muto, rispetto alla delinquenza organizzata tra banche e agenzie di rating nella crisi del 2008 tra hudgefond e subprime. Poi a capo della BCE, non ricordo che si sia altrettanto prodigato a sostegno delle politiche keinesiane di espansione, contro la troika UE dell’austerity e sopratutto contro il fiscal compact e l’obbligo di rientro dal deficit messo in Costituzione. No. Non mi sembra proprio.
Eppure i grafici dell’economia in picchiata preesistevano. I popoli europei bollati con il marchio PIIGS, continuavano a soffrire per povertà e disuguaglianze sociali; il divario tra poveri e ricchi cresceva esponenzialmente in UE e in Italia. Comodamente passivo e silente sulla Grecia massacrata dai signori del mercato. Dov’era Mariuccio? Dopodiché in termini di responsabilità e stabilità della grave fase, è un “anticchietta” controproducente, che in piena crisi pandemica, ci siano dei cojoni (anche al femminile), che a mezzo stampa lancino delle evidenti controcandidature per, diciamocelo, destabilizzare Conte e il cd governo giallo rosso (che a me non fa certamente impazzire se non per l’accostamento cromatico) per fare cosa? Aumentare tirature e lo share mediatico con format da tempesta in un bicchiere d’acqua? In questo drammatico contesto?
Quanto masochismo! Ma ancora non sono stanchi dei profili mainstream bankitalia, Fmi, BCE che su per giù sono le repliche di Monti, Fornero e tecnici alla Calenda-Cottarelli, che contro i bamboccioni propinarono JobsAct e Esodati? Memoria, adeguatezza e senso delle proporzioni, almeno nel nostro campo di riferimento, che fine hanno fatto? E aggiungo. Adesso che l’economia rischia il tracollo sono diventati tutti Keynesiani e si ricordano la scuola di Federico Caffè. Adesso che si sta tutti su un piano inclinato con riduzione del PIL, adesso possiamo sforare i limiti del rapporto PIL/Debito. Prima che ne avevamo bisogno, per far crescere l’economia e non generare diseguaglianze sociali e territoriali, no. C’è voluta una pandemia mortale. Evidentemente, l’UE, e l’egoismo dei paesi del nord, non sciolgono definitivamente i nodi, a partire dal trappolone da strozzinaggio del MES, perché, diciamolo a tutte le latitudini, nonostante il corona virus, la prima preoccupazione è ancora assicurare il pagamento degli interessi sul debito, invece della crescita equa e sostenibile.
Il vero rischio è che continuando a mantenere il circuito perverso mercatista si fa mancare la crescita e si rende sempre più insostenibile il debito, a partire dal pagamento degli interessi. Può esserci una sola spiegazione. Non è cecità. È la premeditata volontà politica di lucrare sui debiti e continuare a tenere al guinsaglio le periferie europee attraverso i dissesti di bilancio.
Un caro abbraccio.
Gianni Lixi dice
Purtrotppo le prime reazioni sembra che vadano nella direzione preannunciata da Marco Bersani . Il corriere ( Fubini vice direttore) plaude alla sollecitazione di Draghi che invita a nazionalizzare facendo più debito poi frena quando si parla di toccare i patrimoni. Cioè gli sta bene quando lo stato gli salva le aziende non gli sta bene quando si chiede di mettere mano al portafoglio. Ricordo che i patrimoni in Italia valgono praticamente il nostro debito (più di 1000 miliardi di patrimoni individuali e circa 300 miliardi di patrimoni di imprese) e la maggior parte di questi sono fatti con manovre speculative ancorché lecite ma che non hanno dietro neanche un giorno di lavoro! Io credo che la rinascita debba partire dalla sacralità del lavoro che deve essere sostenibile e strategicamente orientato verso aree considerate ciecamente improduttive come l’istruzione è la cultura. Una nazione più istruita è una nazione che trova più facilmente il bene comune suo e di tutti i popoli
giorgio mazzocchi dice
Vi prego cancellarmi dalla vostra lista. L’articolo contro M. Draghi è la goccia che fa traboccare il vaso. In un momento in cui l’Europa è divisa e ottusa per i tanti egoismi le soluzioni realistiche sono o la patrimoniale Europea o far debito. La patrimoniale europea non passerebbe per molti anni a venire e siccome chi è senza stipendio e ha fame non può aspettare l’esito di lotte ideali di esito incerto, l’unica soluzione è che l’Europa si indebiti (se c’è qualcuno disposto a prestare denaro). L’articolo di Bersani , che NON PROPONE NULLA di concreto dal momento che l’autore non può ignorare che chiedere la trasformazione della BCE in banca centrale che garantisca tra gli altri il debito pubblico Italiano, frutto di ruberie di svariate classi Politiche, alternatisi nella spoliazione del Paese, è come battere l’acqua, e si limita a insinuare nella mente dei lettori di trovarsi di fronte all’ennesimo complotto, che poi non viene spiegato( perchè non è certo complotto la futura austerità per più decenni per rimediare ai guasti della pandemia) è lo squallido esempio di un qualunquismo disfattista, troppo frequente sul vostro giornale e di cui ora non sentiamo il bisogno. Saluti, Giorgio Mazzocchi
Marco dice
Caro Giorgio, il tuo livore mi stupisce. Io ho semplicemente detto che se Draghi pensa che oggi si debba spendere senza guardare al debito pubblico, o dice come poi risolviamo la vicenda domani (e io l’ho detto) o sta dicendo che oggi bisogna spendere per domani di nuovo sprofondare nell’austerità. Io dico che oggi bisogna spendere (in direzione della conversione ecologica e sociale dell’economia) e che domani il debito pubblico degli Stati dev’essere garantito dalla Bce, in quanto banca che deve tornare ad avere una funzione pubblica. Qual è il problema per cui ti alzi e te ne vai?
Marichaleo dice
Caro sig Giorgio.
“ si limita a insinuare nella mente dei lettori di trovarsi di fronte all’ennesimo complotto, che poi non viene spiegato( perchè non è certo complotto la futura austerità per più decenni per rimediare ai guasti della pandemia) è lo squallido esempio di un qualunquismo disfattista, troppo frequente sul vostro giornale e di cui ora non sentiamo il bisogno.”
Come non esser d’accordo.
Non sento il bisogno di questo continuo livore vs “?”
Un po’ come quando per una “malattia” la famiglia deve fare fronte agli ultimi risparmi e magari costretta a intraprendere anche qualche debito. Pertanto si indebita per il familiare. Non è mica un delitto. Diversamente se ti indebiti per la vacanza estiva o per la casa al mare che non userà mai nessuno.
Conosco ragazzi che ora si trovano indebitati per la moto, la macchina e per aver speso più di quanto potevano o avrebbero potuto. E spesso sono anche figli di operai …
Quindi di che parliamo?
Concordo anche sul resto. …!
Ciao!
Daniela Primicerio dice
Le varie posizioni lette e ripensate sono un segno di come è difficile scendere a livello di dettaglio operativo una volta tracciato l’itinerario di fondo. Non credevo che , per esempio, si suscitassero tante obiezioni al modello e alle proposte di Draghi! Per di più citate quasi con rancore . Possibile che non si riesca a rispettare i modelli o le interpretazioni diverse ma che dovrebbero puntare verso un obiettivo che dovrebbe essere comune? Ma tuttocio è solo agli inizi , in un periodo particolarmente difficile e psicologicamente faticoso , e quindi Questo dibattito può dare anche una valore aggiunto ulteriore, oltre alle finalità indicate da Esposito, che arricchisce l’iniziativa . Ad maiora
Sergio Vellante dice
Condivido quasi totalmente. Ma su quel quasi mi tratterrò in un altro momento.
Quando ho letto l’articolo di Draghi sono trasecolato, rispetto alle politiche monetarie fatte con la BCE. Però a primo acchito ho pensato bonariamente e scevro da qualsiasi considerazione politica che, con la vecchia avanzante (siamo coetanei) e con gli effetti costrittivi da covid19, stesse andando incontro a una paligenesi keynesiana nel solco tracciato da Federico Caffè suo Maestro in origine. E se così fosse? Non sarebbe interessante incalzarlo con una revisione, in Bio-Marxismo per l’Eco-socialismo, di quelle tesi che noi giovani economisti (anche agrari) Porticesi di allora ponevamo in alternativa ai Keynesiani Augusto Graziani e Federico Caffè? E che mi sembrerebbero coerenti con una riconversione ecologica che dovrà cambiare molte connotazioni dopo questa fase non di guerra (Si fa tra uomini) ma di anticipazione di quei cambiamenti del rapporto tra uomo e natura che conducono verso la VIa estinzione di massa?
Spero che queste considerazioni di un vecchio Economista Agrario, rottamato e tardo-novecentesco, non abbiano superato il limite di una impossibile utopia,
Cordialmente
Sergio Vellante
Mimmo Falconieri dice
Trovo assurdi certi commenti a favore della subdola proposta di Draghi (il lupo perde il pelo ma non il vizio) che, guarda caso si sveglia e scopre l’acqua calda, ovvero cambiare paradigma nella soluzione economica futura della crisi creata dal Coronavirus. Creata dal Coronavirus? No, creata dal “turboliberismo” che ha posto le basi adeguate perché il “sistema” scoppiasse. Oggi dovrei fidarmi di chi abbia contribuito a crear tutto questo? No, grazie, o quantomeno guardo con sospetto, come fa Marco, i suoi suggerimenti, tra l’altro, ripeto, non così originali, visto che da anni il 99% della popolazione tenta di ribellarsi all’1% che detiene il potere e detta le regole, in primis economiche. Sento puzza di zolfo (questo mi sembra di capire dallo scritto di Marco) e quando il diavolo ti alliscia è l’anima che ti stia chiedendo!
Luigi dice
Ma caro Bersani, lei fa confusione. Le politiche di austerità sono la conseguenza del nostro indebitamento. Si capisce dove vuole andare a oarare il suo ragionamento, fin troppo. La sanità italiana certo ha subito tagli ma non per colpa di Draghi, ma di noi italiani, del ns modo di pensare, lavorare, agire. E la sua miope lettera ne è la prova. Ora certo si deve spendere, ma è inutile che singuarfimle spalle, guardi avanti, la spesa straordinaria la dovremo ripagare noi, perché questi denari qualcuno oggi ce li deve prestare e ce li presterà se siamo credibili nel restituirli. Ha capito Bersani? Lasci stare Draghi, è a un altro livello.
Marco dice
L’austerità non è conseguenza del debito. È il debito che è ststo usato come alibi per far passare l’austerità. Se vuoi approfondire ti consiglio il mio libro “Dacci oggi il nostro debito quotifiano” edizioni DeriveApprodi
Gustavo dice
Il ragionamento di Marco si basa su questo concetto.
Se Draghi pensa che oggi si debba spendere senza guardare al debito pubblico, o dice come poi risolviamo la vicenda domani (e io l’ho detto) o sta dicendo che oggi bisogna spendere per domani di nuovo sprofondare nell’austerità. Io dico che oggi bisogna spendere (in direzione della conversione ecologica e sociale dell’economia) e che domani il debito pubblico degli Stati dev’essere garantito dalla Bce, in quanto banca che deve tornare ad avere una funzione pubblica.
Faccio notare una contraddizione latente.
Gustavo Fortunato Cecchini
La Banca Centrale Europea dev’essere immediatamente trasformata in banca centrale che garantisca illimitatamente nel tempo il debito pubblico degli Stati e ne compri, attraverso le banche nazionali, tutti i titoli emessi.
Intendiamo dire che la BCE dovrebbe diventare la Federal Reserve Europea, ma allora la Comunità non dovrebbe diventare Federazione?
Unico Governo centrale, con alcune prerogative riservate ai singoli Stati, perchè cosa potrebbe garantire la BCE se gli Stati continuano a gestire tutto in forma separata e al più cercando difficilmente singoli accordi?
Che sicurezza avrebbe nel futuro la FRE sull’omogeneità dei singoli Stati che da tempo ci hanno dimostrato le loro contraddizioni?
antonio dice
Le economie dell’Europa sono sull’orlo del baratro. Ma i coronabonds non basteranno a evitarlo. L’Italia deve agire per suo conto e subito, non tra 15 giorni. Solo con la riconquistata sovranità monetaria – nella forma di biglietti di stato a corso legale senza debito, che la legge italiana e gli stessi Trattati europei consentono – si potrà mettere in sicurezza la nostra economia e impedire la definitiva colonizzazione del paese da parte delle oligarchie tedesche.
laura dice
Concordo pienamente con Marco articolista l’unica cosa è che se anche Draghi lo pensasse (che il neo liberismo ha fallito miseramente e non credo che lo pensi) di certo non lo può dire , speriamo solo che un dubbio si sia insinuato nel suo pensiero per adesso prendiamo questo endorsment poi dobbiamo far crescere questo ragionamento con tutti i mezzi democratici possibili , raccogliamo firme, scriviamo al parlamento europeo, alla sig.ra Fonderlaien , alla si.ra La Garde ( questi nomi li avrò sen’altro scritti male) facciamoci venire in mente cosa può fare da megafono
Alberto dice
Draghi non può darci nessun suggerimento in quanto fa parte della triade che governa l’Europa e che non ha interesse di modificare le regole che li garantiscono profitti enormi a discapito degli altri paesi membri
Peppe dice
il rischio che si ricominci da dove ci eravamo lasciati è più di un presentimento.
avrei preferito leggere autocritiche sullo sfacelo sanitario di questi anni, oppure che in futuro non servirà la TAV Torino Lione. Gli F35, che l’acqua come la sanità devono essere pubbliche, ecc
Peppe
AS. LIM. ITALY dice
CARO PRESIDENTE ON.LE DOTT. MARIO DRAGHI-SONO IL DOTT. FUCCI ALESSANDO-PRESIDENTE DELLA AS. LIM ITALY-ASSOCIAZIONE LIBERI IMPRENDITORI ITALIANI CHE TUTELA IL MADE IN ITALY NEL MONDO E LE LIBERE IMPRESE DAGLI ABUSI DI POTERE E DALLA MALAGIUSTIZIA-MI DIA UN SUO RECAPITO TELEFONICO DOVE POSSO CONTATTARLA PER AVERE L’ONORE DI PARLARE CON LEI O MI CONTATTI AL N. 3318265363