Bergoglio ha inviato ai superiori degli ordini religiosi, ai legali rappresentanti degli enti ecclesiastici, ai parroci e al clero una lettera a proposito di Roma, Giubileo, beni comuni e persone che vivono in condizione di precarietà abitativa per proporre esperienze di accoglienza. Questa iniziativa, spiega Mattia Ferrari, sacerdote, nasce da quanto vissuto in particolare all’Esquilino. “Nella lettera non si chiede solamente di fare accoglienza, ma si chiede di farla in collaborazione con le associazioni e i movimenti. L’accoglienza quando é praticata in questo modo non è qualcosa di assistenzialista, ma è qualcosa che cambia la società, perché diventa una pratica di trasformazione sociale”.
Il testo della lettera.
Carissimi, la Chiesa si appresta a celebrare il Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 che sarà dedicato alla speranza. Nella Bolla di indizione del Giubileo ho invocato speranza per tutti e ho chiesto a tutti di essere «segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio» (n. 10). La speranza infatti nasce dall’amore e dal sentirsi amati. È l’amore di Dio a generare speranza e l’amore di Dio passa attraverso il nostro amore, come affermava il Beato Don Pino Puglisi: “Dio ama sempre tramite qualcuno”.
La Chiesa di Roma, attraverso le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni, i movimenti ecclesiali e le famiglie fa tanto per trasmettere l’amore di Dio, attraverso gesti concreti di carità (spesso nel silenzio), e generare speranza nella vita delle persone: a ognuno rinnovo il mio profondo ringraziamento.
Così il bene comune, alla base del pensiero sociale della Chiesa, riassume in sé tutte le condizioni che garantiscono la dignità umana che, come ho più volte chiarito, si concretizza in tre diritti inviolabili: la terra, la casa e il lavoro. In vista del Giubileo ho chiesto alla mia Diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all’accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla.
In questa prospettiva, desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili, offrano il loro contributo per arginare l’emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa. Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire.
Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità.
Chi di voi si renderà disponibile a rispondere a questo appello potrà fare riferimento al Vicario Generale della Diocesi di Roma, il Card. Baldassare Reina. Vi ringrazio per la vostra generosità e per tutto quello che già fate per trasmettere l’amore di Dio e generare speranza nella vita di tutti e, in particolare, di chi ne ha più bisogno.
Di cuore vi benedico, chiedendovi di pregare per me. Fraternamente,
Francesco
LEGGI ANCHE:
APPUNTAMENTI:
Fiorella Palomba dice
L’umanità di Papa Francesco è grande (primo Papa che assume questo nome), ma non tutti lo seguono.
L’esempio che ho più volte segnalato e quello della Basilica sull’Aventino. Il cortile esterno era a disposizione dei senzatetto, ma poi, per le lagnanze degli abitanti (l’Aventino è uno dei quartieri più costosi e ricchi di Roma), li hanno mandati via.
Una VERGOGNA che Bergoglio sicuramente non conosce. 🌸
Elena Servadei dice
Non è mai troppa L’accoglienza, se questa ridurrà la precarietà. Ci si augura che diventi la normalità.