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Brindisi. In cerca di quache parola

Città invisibile*
19 Maggio 2012

Melissa Bassi aveva sedici anni. Anche Veronica, la sua amica, che lotta per vivere. Difficile trovar parole per quanto accaduto a Brindisi. Il barbaro assassinio di una giovane studentessa impedisce di pensare, di trovare parole. Oggi sembriamo tutti senza aria, attoniti. In molte città si sono organizzati cortei spontanei: a Roma al Pantheon (nelle foto di Alessandro Di Ciommo). «Proviamo un grande immenso dolore. Quello che ora sentiamo di poter e dover dire – ha commentato don Luigi Ciotti di Libera – che una morte di questo genere è inaccettabile». «Comune» ha raccolto qualche mail e post diffuso in rete da amici e lettori. È possibile aggiunrne altri nei «commenti» di questo articolo oppure scrivendo a ">.

Marco Rovelli

Oggi, silenzio. Domani, riflettere che da oggi tutto cambia.

Francesco Neri

… restiamo umani

Raffaella Piermarini

Piazza del Pantheon. Due adolescenti dietro di me parlano “hey” “hey allora sei venuto…” “si” “bravo” “e gli altri compagni di scuola dove sono?” “arrivano arrivano…” “oggi è un giorno importante è inutile stare chiusi in aula 9 bisogna stare qui”. Mi giro uno ha una chitarra in mano e l’altro il manifesto. Avrenano massimo 17 anni… Sono loro il nostro futuro e vederlì lì oggi mi ha reso più serena…

Daniela Longo

Non c’é parola che aiuti quei genitori, amici e fidanzati…che non potranno più abbracciarli, ognuno di noi muore un pò quando succedono cose come queste. Siamo impotenti e fragili.

Alessia Barbagli

Colpire la parte migliore della società civile, solo i più infimi degli esseri non-umani!

Fabrizio Pera

Agghiaccianti le immagini dei libri e degli zainetti insanguinati davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi.

Giulia Pigliucci

Mia figlia di 11 anni mi ha chiesto «chi è stato?»: è la stessa domanda che feci a mio padre nel 1968 quando scoppiò la bomba a Piazza Fontana avevo 8 anni, aspetto ancora una risposta.

Mariangela Cavallari, bottega Capo Horn

Capo Horn non trova parole per commentare quanto successo oggi. Solidarietà con tutte le vittime di mafia.

Carla Corciulo, Roma

Esprimiamo tutto il nostro amore alle ragazze e ai ragazzi, alle famiglie disperate, a quella scuola colpita da questo indegno attacco. Una violenza inaudita che vuole distruggere, non solo le vite delle persone, ma anche i sogni e le speranze per una società più giusta. Sappiamo bene con quanta passione e quanto impegno la Scuola, i giovani, i docenti lavorino per dare pieno diritto di cittadinanza ai valori della giustizia, della trasparenza, della legalità, del rispetto e dell’accoglienza. Colpire la Scuola significa colpire il presidio democratico più alto della società, il luogo in cui le giovani generazioni costruiscono la loro coscienza critica, imparano a divenire cittadini partecipi e consapevoli dei propri e degli altrui diritti. E colpire in particolare le giovani studentesse ci fa capire come anche le donne colte e consapevoli possano creare un ulteriore ostacolo alla cultura mafiosa. Il dolore e la rabbia che ci assale difronte a questo barbaro assassinio non ci impediranno di sostenere, a voce sempre più alta, che più sarà estesa la cultura, più sarà valorizzato il ruolo della Scuola, più opportunità saranno date alle donne, maggiormente saremo in grado di togliere spazio a tutte le mafie….

Ulderico Pesce

Né la Mafia, né la Sacra Corona unita hanno potuto pensare un simile attentato. Sono poteri deviati dello Stato che mirano a creare disordini affinché lo Stato e la politica possano avere, nel momento di massima crisi, nuova credibilità. Quando rapirono e uccisero Moro e la sua scorta accade qualcosa di molto simile. Oggi la Massoneria e i poteri deviati dello Stato per avere nuova credibilità non potevano colpire un “grande politico” come Moro perché non ne abbiamo. E allora ecco Melissa e gli altri. Cosa è accaduto in queste ore? Nelle piazze d’Italia si è gridato: “Crediamo nello Stato e nei suoi rappresentanti, vogliamo i colpevoli. Nessuno fa paura allo Stato.”

Giuliano Santoro

Solo pochi giorni fa la ministra dell’interno Cancellieri aveva detto che «la madre di tutte le preoccupazioni» erano i NoTav.

Enrico Peyretti

Il crimine tutto vile di Brindisi, da chiunque compiuto, è contro noi tutti, ma direttamente è contro la scuola: in particolare un istituto scolastico impegnato contro la mafia. Tutta la scuola è il cuore vivo, proteso al futuro umano, dell’intera società umana. Speriamo e attendiamo che il mondo della scuola, dagli alunni ai maestri, reagisca alla violenza serva della morte e del dominio, con la forza inesauribile della coscienza e del pensiero, con la vitalità dell’umanità giovane e nuova. Tutti i cittadini liberi e pensanti vogliono essere a fianco della scuola in questa lotta civile per il senso giusto e valido del vivere insieme. La politica deve privilegiare su tutto il resto la scuola, che è il respiro umano, la vera ricchezza e difesa della società.

Città invisibile è un piccolo collettivo attento ai temi sociali e della decrescita, nato all’interno dell’omonima libreria (info [at] editoriadellapace [dot] org) dell’ex mattatoio di Testaccio.

Comments

  1. aurelio di domenico says

    19 Maggio 2012 at 21:30

    Esprimo la mia vicinanza umana,lo sdegno per questo gesto,alle Famiglie delle ragazze.Alla comunità Brindisina

    Rispondi
  2. Stefania says

    19 Maggio 2012 at 23:57

    Come si fa ad essere crudeli, a non guardare, a non pensare, a nascondersi nell’ombra, a togliere la felicità in una vita appena iniziata. E’ doloroso guardare il volto sorridente di Melissa. Appartengo a quella generazione che di amici e nemici ne ha visti cadere molti. Ricordo come ieri il corpo di Giorgiana Masi accasciato a terra. Ed è sempre la stessa dolorosa immagine di un ladro, vile e incappucciato, che ruba la vita semza poterla usare per se.
    Riprendiamoci la vita e ridiamo la vita a tutti i giovani di questa nazione.

    Rispondi
  3. antonella says

    20 Maggio 2012 at 15:46

    un attentato è un attentato, non ci sono parole, ma il ‘caso’ che ha voluto melissa e veronica accanto al cassonetto ha avuto una gigantesca parte, purtroppo, e le non parole sono sempre più marcate e insopportabili.

    Rispondi

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