L’apprendimento è un processo continuo che non tollera d’essere relegato alle sole aule scolastiche e alle loro forme rituali di istruzione. La società come luogo pedagogico, di cui scriveva John Dewey agli albori del secolo scorso, è ora la Terra intera con la potenza del pluralismo delle sue comunità e delle sue culture. Per questo oggi bambini e bambine, ragazzi e ragazze hanno bisogno prima di tutto di contesti di apprendimento che supportino processi esplorativi nei quali apprendere insieme in modo attivo. È tempo di considerare l’intera società, come luogo di conoscenza, come un luogo di apprendimento diffuso
La conoscenza e la strada delle città
Giovanni FioravantiDobbiamo smettere di pensare la conoscenza come un insieme di saperi o una riserva di erudizione da esibire. La conoscenza è prima di tutto la capacità di imparare ad apprendere e di utilizzare i saperi per cambiare il mondo. Per crescere, quella capacità ha bisogno di tempo, di esperienze, di tanti spazi differenti, ben oltre le mura scolastiche: per questo occorre percorrere la strada delle città che apprendono, qualcosa che riguarda anche gli adulti, e qualificare tanto l’apprendimento formale quanto gli apprendimenti non formali e informali. Chi insegna ai giovani di oggi come considerare il mondo nuovo che ci travolge?
Noi siamo la città
Giovanni FioravantiLa novità di questo secolo in campo educativo dovrebbe consistere nel comprendere la centralità dell’istruzione come sempre più intrecciata con la vita. Per questo dobbiamo pensare la città come un insieme di potenzialità per un apprendimento diffuso per ogni età. “La città siamo noi”, per dirla con Paulo Freire. Non possiamo più pensare la scuola come spazio-tempo chiuso e unico per l’apprendimento
Scuole aperte al mondo
Giovanni FioravantiViviamo in un mondo globalizzato, ma l’Europa che oggi riscopre la guerra e continua a dimenticarne altre in corso dimostra che ci siamo scordati di costruire una cultura mondiale che ci unisse. Le nostre finestre erano chiuse. Abbiamo studiato Eschilo e Euripide, le universalità dei temi del fratricidio e dell’esilio, invano. Le esperienze delle scuole aperte e partecipate si muovono oggi in questo scenario doloroso e complesso, ma possono contribuire in modo profondo a intrecciare territorio e mondo, a creare comunità educanti senza confini, dove aiutarsi a vicenda
Il paese sbagliato
Giovanni FioravantiAbbiamo bisogno di fermento pedagogico e di creatività. Abbiamo bisogno di maestre e maestri capaci di far scoprire a bambini e bambine il mondo non dalle finestre delle aule, neppure dalle finestre dei libri di testo o dagli schermi dei loro tablet, ma per le strade dei loro paesi e delle loro città, dialogando con pari dignità con gli adulti e il loro mondo. Non possiamo ricordare il maestro Mario Lodi, autore dello straordinario diario “Il paese sbagliato”, solo con le parole. La sua battaglia non è finita
Mio, suo, nostro
Giovanni FioravantiViviamo per lo più in uno stato di perenne sospensione che agita, nel quale prevalgono la competitività, l’indifferenza per i problemi dell’altro, “mio” e “suo” contrapposti a “nostro”. La lenta disintegrazione dei legami sociali prende il sopravvento proprio quando il bisogno di comunità è fortissimo e precipita prima di tutto tra ragazzi e ragazze, come confermano l’impennata di violenza e il crescente malessere tra gli adolescenti. Per questo è tempo di farsi carico, qui e adesso, di ciò che accade nel mondo
Apriamo la scuola al mondo
Giovanni FioravantiMai come oggi abbiamo bisogno di studiare, di combattere la povertà educativa, di rivendicare il diritto allo studio, studiare, studiare e ancora studiare. Abbiamo bisogno dello studio non come coercizione, ma come passione e liberazione. Servono idee insolite, progetti eccezionali, collaborazioni inedite nei territori
Il territorio come luogo di apprendimento
Giovanni FioravantiPossiamo investire le città della grande responsabilità dell’apprendimento? Non basta proteggere in astratto il principio della scuola aperta a tutti e tutte: abbiamo bisogno di difendere la possibilità di apprendere sempre, in ogni momento e in ogni luogo. La scuola al tempo della pandemia ha un bisogno vitale di spazi da cercare fuori dalle sue mura perché ha bisogno di far vivere in quegli spazi ascolto reciproco, dialogo, ricerca. Un’occasione straordinaria per abitare in modo diverso i territori e per ricostruire i legami sociali
La scuola e il respiro del quartiere
Giovanni FioravantiFare del territorio il centro del progetto educativo: questo dovrebbe orientare lo sforzo comune di scuole, amministrazioni locali, associazioni, genitori, ma anche bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Si tratta di promuovere un’educazione diffusa nella città e di fare della scuola un luogo aperto capace di servire il quartiere, di assorbirne gli umori e di risponderne alle esigenze
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