
Come avrete visto nell’ultima settimana Venezia e tutte le zone limitrofe sono stati investiti da lunghe piogge, mareggiate e acqua alta. Come Fridays for Future-Venezia/Mestre e Fridays for Future Chioggia abbiamo ritenuto necessario non solo far sentire la nostra voce, ma anche portare solidarietà attiva a tutta la cittadinanza e alle comunità colpite. Ciò che infatti ci distingue dal piano meramente assistenziale è proprio questo: essere in grado di affiancare alle parole i fatti e ai fatti le parole.
Tutto ciò di cui parliamo da marzo, dal primo sciopero globale, sta avvenendo qui ed ora e mentre indichiamo le cause e i responsabili di questa crisi climatica, non possiamo non rimboccarci le maniche e metterci a servizio delle nostre comunità sempre con un’ottica mutualistica e critica.
Data l’ondata di maltempo che sta investendo il paese da nord a sud invitiamo tutti i nodi territoriali di Fridays for Future Italia a creare meccanismi di solidarietà attiva e a scendere in campo: è tempo di agire!
[17 novembre 2019]
_________________
Oggi, domenica, siamo a Pellestrina per portare solidarietà attiva a tutte e tutti coloro che in questi giorni hanno subito le conseguenze dei fenomeni meteorologici e climatici. Oggi un’altra ondata di acqua alta sta interessando la Laguna e il litorale. Sappiamo che Venezia è sotto tutti i riflettori, in ogni giornale, su ogni TG, ma non dobbiamo dimenticarci né considerare solo parzialmente tutte le altre popolazioni e gli altri territori colpiti.
In collaborazione con Fridays for Future Chioggia stiamo provando a dare una mano dove serve ripulendo le calli strette dai rifiuti ingombranti, facendo porta a porta per le case, capendo dove c’è bisogno di assistenza. L’accoglienza da parte della comunità di Pellestrina è stata un’accoglienza di cuore e di anima, tutti si sono messi a disposizione per aprirci le case in un’ottica di mutuo aiuto.
Come abbiamo detto anche negli scorsi giorni però non vi è solidarietà attiva se non affianchiamo all’azione una vera riflessione su ciò che sta accadendo. La Crisi Climatica, sempre più evidente, ha dei responsabili, le uniche risposte che abbiamo dalla politica sono passerelle e selfie in piazza San Marco, non possiamo non ripetere che il tempo di agire è adesso: saremo il 23 novembre all’assemblea del Comitato No Grandi Navi in sala San Leonardo, nelle piazze il 29 per il quarto sciopero globale per il Clima e il 30 come coorganizzatori alla manifestazione promossa insieme al Comitato No Grandi Navi “Salviamo Venezia dal MOSE, dal Cambiamento Climatico, da Brugnaro”.
Chiunque voglia può raggiungerci, saremo qua fino al pomeriggio!
Pellestrina non è sola. È il tempo di agire!
[17 novembre 2019]
__________________
Data l’acqua alta prevista per domenica è stato necessario modificare gli appuntamenti:
VENEZIA: ci troveremo alle 8,30 in piazzale Roma, davanti al ponte di Calatrava (da lì prenderemo insieme il battello per il Lido)
CHIOGGIA: ore 10,30 in piazza Vigo
Da questi due punti raggiungeremo insieme Pellestrina (uno dei territori più colpiti nei giorni scorsi, molti sono stati lì anche oggi).
Non dimenticarti di portare: pranzo al sacco, borraccia, stivali alti di gomma, guanti di lattice o da lavoro.
[16 novembre 2019]
________________
Oggi, venerdì 15, dopo l’iniziativa sul ponte di Rialto, abbiamo proseguito il lavoro degli scorsi giorni, dividendoci in gruppi e portando aiuto e solidarietà a tutta la città, messa in ginocchio dall’ulteriore acqua alta di questa mattina. In tantissimi abbiamo portato il nostro contributo al conservatorio, alla Chiesa dei Carmini e nelle zone e sestieri di San Polo, Dorsoduro, Santa Marta e San Marco.
Sabato 16 continueremo a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno, senza dimenticare ciò che abbiamo scritto e dichiarato oggi: quello che sta succedendo alla nostra città e nel resto del paese ha dei responsabili ed è la diretta causa di scelte politiche volte al mero profitto e figlie del negazionismo!

Domani (sabato 16/11/19) ci ritroveremo al Morion (salizada San Francesco, Castello 3157) per un primo appuntamento alle 10 e per un secondo alle 14 per continuare a dare una mano in città e nelle zone limitrofe, come Murano, Burano e le isole. Nella giornata di domenica ci stiamo organizzando per fornire aiuto alla popolazione di Pellestrina, altamente colpita dalla catastrofe di questi giorni.
[15 novembre 2019]
____________________

Una marea straordinaria, la seconda più alta in assoluto, una città in ginocchio e danni incalcolabili. Questo è il panorama che si sta delineando a Venezia. Sono passati cinquantatré anni dall’ultima volta che Venezia ha rischiato di rimanere completamente sommersa. Era il 1966.
A poco servono gli appelli al MOSE e ad una sua veloce realizzazione, il cambiamento climatico è qui e irrompe nelle nostre vite, con un aumento delle maree straordinarie e un’imprevedibilità sempre maggiore. I canali profondi delle bocche di porto, scavati per far passare le grandi navi e per realizzare il MOSE, fanno affluire migliaia di metri cubi d’acqua nella laguna consegnando Venezia a una marea di una violenza inaudita. Non c’è più il tempo per aspettare mirabolanti soluzioni ingegneristiche, che sappiamo già essere obsolete ed inefficaci. C’è un’urgenza immediata di agire e di tutelare il nostro pianeta, di cui Venezia è un fragile simbolo premonitore. Se l’anno scorso la marea era arrivata a 157 centimetri e la laguna è rimasta bloccata tre giorni, ci si può sorprendere davanti ai 185 centimetri di mercoledì 13 novembre? Ci sorprenderemo ancora quando le onde arriveranno a toccare i tetti di palazzo ducale?
Sappiamo che questa situazione non migliorerà nei prossimi giorni, durante i quali sono previsti altri picchi altissimi di marea.
Siamo vicini a tutte le persone colpite da questo fenomeno e siamo pronti, per quanto possibile, ad aiutare.
Venerdì 29 novembre torneremo in piazza, durante il quarto sciopero globale, per chiedere azioni concrete per contrastare la crisi climatica, ma saremo in piazza anche per difendere Venezia, la sua laguna, un ecosistema unico al mondo e, anche per questo, termometro dei cambiamenti che stanno scuotendo il pianeta.
[14 novembre 2019]
__________________
È difficile provare a riassumere quello che è successo negli ultimi giorni, l’enorme trauma collettivo che la nuova Acqua Granda ha causato a una città ancora più fragile di quella del ‘66. Quello che possiamo fare è raccontare tutta la determinazione che tante e tanti giovani e meno giovani hanno riversato per le calli e i campi nello stringersi insieme e nel reagire ad una tragedia annunciata.
Già da mercoledì centinaia di persone si sono attivate e mobilitate per pulire e aiutare per quanto possibile. In serata con la fine dei lavori era evidente come non fosse bastato lo sforzo collettivo, visti anche i ritardi da parte di comune e Veritas nell’intervenire, e abbiamo quindi deciso di riconvocarci questa mattina. La giornata di oggi, giovedì 14, ci ha regalato un’emozione enorme data dalle decine e decine di giovani che hanno deciso di rispondere al nostro appello e che si sono mobilitati per aiutare. È stata una giornata complicata sia dal punto di vista logistico che pratico, vista l’enorme quantità di danni e detriti sparsi per la città, ma la disponibilità di tutte queste persone ha reso il processo più spontaneo e facile del possibile. Quello che abbiamo visto oggi muoversi per le calli di questa città è una capacità straordinaria di solidarizzare, di aiutarsi e di organizzarsi: dalla divisione in squadre alla creazione di una chat aperta in cui segnalare situazioni di emergenza, passando per momenti di socializzazione come un pranzo condiviso. I gruppi attivi la mattina e il pomeriggio si sono ritrovati una volta calato il buio al Laboratorioccupato Morion, diventato per questi giorni un punto d’appoggio in cui riunirsi e organizzarsi, e durante l’assemblea di Fridays For Future si sono riconvocati per domani, venerdì, alle 13,30. In mattinata è previsto un altro picco di “più 145 centimetri”, per cui sarà sicuramente necessario portare nuovamente aiuto nel pomeriggio.
Per chiunque sia a disposizione domani, 15 novembre, segnaliamo:
– la chat aperta per l’organizzazione delle squadre su whatsapp
– la mappa condivisa su cui segnalare tutte le situazioni di emergenza e bisogno
[14 novembre 2019]
__________________
Ciò che sta accadendo a Venezia
Onda di marea, Paolo Cacciari
È un dolore veramente grande, che va ad aggiungersi ai tanti che avanzano, essere lontani e non poter fare nulla. Ma anche addolorarsi è un modo per essere vicini a donne e uomini che non meritano di essere affogati dalla distruzione perseguita con malvagità da ogni sorta di speculazione. Coraggio coraggio e ancora coraggio.
Che dire di fronte alla forza della natura ed alla caparbietà degli uomini nel non prendere sul serio i cambiamenti climatici con tutto il portato di disastri? Forza veneziani vi siamo vicini!
Credo che siamo entrati in un epoca in cui ormai i danni di tre o quattro secoli di capitalismo non possono più essere resi invisibili da indifferenza, parole, cecità. Venezia e Taranto sono due città simbolo.
Un altro segnale fondamentale e dato dall’attuale fenomeno migratorio dovuto a decenni di micidiale politica in Medioriente e in Africa (per non allargare lo sguardo). Siamo in mezzo a una guerra contro la vita. Occorre inventare giorno per giorno forme di Re-Esistenza.
Scrive, tra l’altro, Amador Fernández-Savater in È necessario che la gente pensi: “… Abbiamo bisogno di una nuova poetica politica. Per esempio, di una parola nuova per parlare di lotta, che associamo in modo molto rapido alla mobilitazione, all’agitazione attivista, a un processo separato della vita, ecc. Dobbiamo reinventare ciò che è lottare. In realtà, una lotta è un regalo che ci facciamo: l’opportunità di cambiare, di trasformarci mentre trasformiamo la realtà, di cambiare pelle. Non ce ne sono tante. Una situazione di lotta non è alcun cammino di salvezza. La vede così solo lo spettatore, che si mette in relazione con tutto dall’esterno. Da dentro, è una trama infinitamente fragile, molto difficile da sostenere e alimentare. Ma è anche quel regalo. L’occasione di imparare, assieme ad altri, di cosa è fatto il mondo che abitiamo, di metterlo in tensione e di metterci in tensione, di metterlo alla prova e metterci alla prova. Per non vivere e morire da idioti, cioè, come spettatori…”.
con chi posso mettermi in contatto pe regalare un letto e un divano a chi ha bisogno?