di Alessandro Mortarino
“Chi l’avrebbe mai detto?”. È questa la frase che da settimane mi sento ripetere in ogni città in cui sono stato invitato per illustrare i contenuti e il significato profondo dell’immenso lavoro sviluppato dal
nostro Forum per costruire e condividere un testo di legge davvero
capace di arrestare il consumo di suolo nel nostro Paese. Una frase che mi rivolgono militanti, simpatizzanti, amministratori
sensibili, persone comuni. E che ogni volta mi sorprende per l’altrui
sorpresa (scusate il gioco di parole…) perché mi fa pensare che la
grande rete di Salviamo il Paesaggio non avesse, fino a ieri, la piena
consapevolezza del suo valore, delle sue potenzialità, della competenze
interne – tante davvero – e fosse come una foglia in assenza di vento:
immobile eppure pronta a spiccare il volo verso orizzonti non
preventivabili.
Invece il percorso che abbiamo avviato a partire dall’ottobre 2016 aveva
già ben chiaro tutto ciò che sta avvenendo: sapevamo bene di avere
tutte le carte in regola per poter costituire un Gruppo di Lavoro
Tecnico-Scientifico multidisciplinare di assoluto livello e sapevamo
già che quel consesso avrebbe “partorito” una norma di grande visione e
pieno rigore.
Sapevamo anche che quel testo condiviso dai nostri 75 esperti sarebbe
passato, innanzitutto, al vaglio valutativo di tutta la nostra Rete
(oltre 1.000 organizzazioni e decine di migliaia di aderenti
individuali: mica una scherzo! …) che ne avrebbe limato e corretto
anche le più minuscole virgole. Dunque, “chi lo avrebbe mai detto?”… Noi tutti lo avremmo – lo abbiamo – detto. Tutto il Forum. Ma senza
averne ancora piena consapevolezza (appunto).
I passi successivi sono stati rapidi: presentazione a tutte le forze
politiche nell’ultimo mese della campagna elettorale, condivisione piena
da parte di Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle, presentazione alla
Camera – da parte di questi ultimi – del nostro testo con qualche
piccolo “ritocco”, nostra richiesta di chiarimenti su due modifiche
apportate a noi incomprensibili, intervento del M5S presso i competenti
uffici della Camera e correzione di quanto da noi richiesto: ora la
nostra bella (e sudata …) Proposta di legge è qui, rubricata come AC 63 e sarà il testo su cui tutti dovranno
avviare la discussione.
Ci siamo. Fin qui tutto perfettamente aderente alle nostre previsioni e
aspettative. Ora inizia la parte più difficile (ma le fasi precedenti
non erano altrettanto difficili? …) ed è bene che ognuno di noi abbia
ben chiaro il quadro prospettico che si delinea al nostro orizzonte.
Provo a riassumerlo sotto forma di risposta a qualche altro quesito
“epocale” che abitualmente sento rivolgermi nelle nostre assemblee,
convegni, conferenze, seminari ecc. ecc.
E ORA COSA SUCCEDERÀ?
Il quadro istituzionale è ormai completato: il neo ministro
all’Ambiente, Sergio Costa, ha mostrato nelle prime settimane di essere
persona competente e sensibile e alla guida della sua segreteria è
stato nominato Fulvio Mamone Capria, uomo di esperienza e comprovata
coscienza ambientale (lo ricordiamo come presidente nazionale della
Lipu). Le commissioni, sia alla Camera e sia al Senato, sono state composte e
all’interno troviamo diversi eletti in ogni schieramento che sui nostri
temi hanno espresso posizioni a noi vicine (anche in assenza di un
pronunciamento dei rispettivi Partiti).
Nel “contratto di governo” pattuito tra Lega e M5S si parla di «fermare
il consumo di suolo (spreco di suolo) il quale va completamente
eliminato attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la
rigenerazione urbana»: non si specifica altro, ma il termine
«fermare» ci pare sinonimo del nostro “arrestare”.
Il pallino è dunque ora in mano alla “Politica”; quando le Commissioni
inizieranno a discutere l’AC63 immaginiamo che il nostro Forum verrà
“audito” formalmente. E noi ci saremo.
È anche presumibile ipotizzare che le due forze di governo faranno un
passaggio, preliminare alla discussione in Commissione, per trovare un
preventivo accordo. Se ci inviteranno per farsi illustrare nel dettaglio
la nostra Proposta di Legge, noi ci andremo.
In questi giorni il nostro Gruppo di Lavoro si è sottoposto ad un
supplemento di impegno per valutare se parte dei 10 articoli che
compongono la nostra norma potessero essere “sacrificati” in una
eventuale “trattativa di mediazione” con le due parti politiche.
Dopo intense analisi, siamo giunti alla conclusione che se togliamo un
ingrediente dal nostro succulento piatto, la pietanza perderà sapore e
il pasto intero diventerà indigesto …
Quindi sosterremo fino alla fine il nostro testo integrale, che
rappresenta una proposta normativa seria, concreta, base per orientare
il futuro ambientale, sociale, economico, occupazionale di tutto il
settore edile italiano.
QUANDO, COME E DA DOVE INIZIERANNO
A SPARARE I CANNONI DELLA CONTRAEREA?
Siamo ben consci della portata della nostra proposta e, prima o poi,
qualcuno comincerà ad alzare il tono della critica. Ma noi sappiamo che questa nostra legge non va contro nessuno (tanto
meno i Costruttori edili, gli Ordini professionali o i Comuni) ma indica
una strada, il futuro dell’intero comparto.
Approvare il nostro testo significa dare speranza economica e deve
accompagnarsi ad un programma di sostegno e incentivazione alle imprese
che potranno/dovranno riconventirsi abbandonando il “nuovo mattone” per
dirigersi verso il recupero, il riuso e la rigenerazione dell’enorme
patrimonio edilizio esistente ed inutilizzato. Che presuppone personale
qualificato, creatività progettuale, ricerca di soluzioni, materiali,
tecnologie. In una parola: sviluppo (ma compatibile con l’ambiente e la vita).
COSA POSSIAMO E DOBBIARE FARE NOI, ORA?
Lavorare, lavorare, lavorare …
La Politica ha adesso il compito di colmare le sue lacune, a noi spetta
il ruolo di vigili custodi attivi.
Non staremo alla finestra, ma moltiplicheremo i nostri sforzi per far
entrare ovunque il dibattito necessario sui temi e i “paletti” che la
nostra proposta ha ben individuato. Un dibattito che deve allargarsi,
propagarsi, estendersi. Un’onda, che cresce.
Non deve rimanere patrimonio delle solite anime civiche sensibili.
Usciamo per le strade, parliamo con chiunque. L’uomo e la donna della
strada comprendono perfettamente cosa significa nuovo cemento e nuovo
asfalto vicino alla propria quotidiana esistenza, mentre attorno è
tutto un pullulare di “vendesi”, “affittasi”, edifici abbandonati.
Non sempre sanno quello che noi sappiamo, e allora diciamoglielo. In una
“lingua” comprensibile, naturalmente!
Nelle prossime settimane avvieremo una campagna di finanziamento, ognuno
di noi offra la sua piccola goccia per creare un necessario fondo che ci
permetterà di realizzare strumenti di comunicazione (virali, virtuali,
tradizionali …) e prepararci per l’eventuale Proposta di Legge di
Iniziativa Popolare. Perché siamo convinti che, forse, questa è la
volta buona affinché la “Politica” riesca a fare ciò che da anni
attendiamo.
Ma se così non fosse, il Forum deve essere pronto per mettere in campo
lo strumento popolare. Che significa costruire una macchina
organizzativa potente e incisiva e tante energie (e purtroppo denaro) da
dispensare.
Il consumo di suolo è un’emergenza. E il suolo non deve più essere una merce su cui speculare.
Tutti pronti per questa ennesima prova di forza?
Se siamo arrivati fin qui, significa che le nostre non sono utopie
irrealizzabili.
Sprigioniamo tutta la nostra potenza, è l’ora.
E se non ora, allora, quando? …
Per maggiori approfondimenti:
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/la-nostra-proposta-di-legge/
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