Non c’è alcuna base empirica che dimostri la possibilità di disaccoppiare globalmente e sufficientemente la crescita economica dalle pressioni ambientali che essa comporta. La ricerca di una crescita economica infinita da parte delle nazioni ad alto reddito riduce o annulla gli obiettivi perseguiti dalle politiche che dichiarano di essere seriamente intenzionate a tutelare l’ambiente e la vita sul pianeta. Una lettera aperta, pubblicata in tutta Europa, in occasione della prima giornata della Conferenza “Beyond Growth” promossa il 15 maggio dall’eurodeputato Philippe Lamberts, co-presidente dei Verdi/ALE con la partecipazione, tra gli altri, di 19 deputati al Parlamento europeo, cinque diversi gruppi politici, Ursula von der Leyen e Paolo Gentiloni

Mentre i leader politici si riuniscono al Parlamento Europeo per una seconda conferenza su come muoversi “oltre la crescita”, noi accademici/e e organizzazioni della società civile firmatarie, vediamo la crisi geopolitica come un’opportunità per svincolarsi dalla competizione per la crescita, dannosa dal punto di vista sociale ed ecologico, per abbracciare invece una cooperazione per il benessere
Non esiste alcuna base empirica che dimostri la possibilità di disaccoppiare globalmente e sufficientemente la crescita economica dalle pressioni ambientali che essa comporta. La ricerca di una crescita economica infinita da parte delle nazioni ad alto reddito è un problema, in quanto riduce o annulla gli obiettivi perseguiti dalle politiche ambientali.
L’attuale caos climatico ed il disfacimento della trama della vita da cui dipende la nostra società rappresentano una minaccia esistenziale per la pace, la sicurezza idrica e alimentare, e la democrazia.
Adottare un nuovo modello economico di “post-crescita” non vorrà dire solo sopravvivere, ma anche prosperare. Ciò richiederá, attraverso una pianificazione democratica e in modo equo, il ridimensionamento dei livelli di produzione e di consumo (talvolta definito “decrescita”), per quei paesi che superano le proprie risorse ecologiche.
Questo deve essere il progetto di pace globale per l’Europa, poiché la sua attuale crescita economica sta causando conflitti sia dentro che oltre i propri confini.
Nel contesto delle nazioni ad alto reddito, una impronta ecologica minore non si tradurrà in condizioni di vita peggiori. Politiche di ‘sufficienza’, incentrate sulla frugalità, sulla riduzione delle risorse e degli orari di lavoro, possono aumentare significativamente il benessere e diminuire le pressioni ambientali, creando così la possibilità di una prosperità sostenibile senza crescita.
Per poter garantire la massima qualità della vita con la minore impronta ecologica, dobbiamo cambiare radicalmente gli obiettivi e le regole del gioco economico. In un’economia post-crescita, l’attuale focalizzarsi su una crescita quantitativa verrebbe sostituito dall’obiettivo di prosperare in un’economica rigenerativa e distributiva, che garantisca un benessere qualitativo soddisfacendo i bisogni di tutte le persone nei limiti del pianeta che abitiamo – cosí come elaborato nel quadro della “Economia della ciambella” (Doughnut Economics).

I mercati hanno dimostrato la propria incapacitá nel prendere le decisioni più cruciali per la nostra società. Affinché l’economia sia al servizio delle persone, invece del contrario, è necessario restituire alle persone il controllo di tale economia. Per cambiare le regole del gioco, dobbiamo imparare dalle iniziative già esistenti. Ad esempio, diffondendo in tutta l’UE il modello delle cooperative senza scopo di lucro.
Alla luce di queste sfide urgenti e opportunità stimolanti, chiediamo all’Unione Europea, alle sue istituzioni e agli Stati membri di adottare:
Istituzioni Europee per la “post-crescita”: costituire strutture permanenti presso la Commissione, il Consiglio, il Parlamento e all’interno del quadro istituzionale di ogni Paese Membro, che abbiano lo scopo di valutare strategie e percorsi di post-crescita.
Un ‘Green Deal’ Europeo oltre la crescita: progettare un nuovo programma guida basato su un cambiamento sistemico che aspiri a creare un futuro prospero entro i limiti del pianeta, includendo la decrescita come una necessaria fase di transizione per raggiungere un modello di post-crescita
Politiche oltre la crescita, basate sui quattro principi di:
- Biocapacità: eliminazione graduale dei combustibili fossili, limiti all’estrazione di materie prime e misure di protezione e ripristino della natura, per suoli, foreste, ed ecosistemi sani e resilienti. Ad esempio: un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili; una Legge sulla giustizia e la resilienza delle risorse che includa un obiettivo vincolante di riduzione dell’impronta materiale e un vero e proprio ripristino della natura sulla base dei territori.
- Equità: strumenti fiscali per promuovere una societá piú equa, eliminando estremismi nella percezione di reddito ed accumulo di ricchezza, cosí come i super profitti. Ad esempio: introduzione di una Tassa sulle emissioni; Redditi minimi e massimi.
- Benessere per tutti: garanzie di accesso ai servizi essenziali attraverso uno Stato sociale migliorato ed ecologicamente piú sensibile. Ad esempio: Servizi di base universali (compresi i diritti umani alla salute, trasporto, assistenza, casa, istruzione, uguaglianza di genere e protezione sociale); Garanzie occupazionali; Tetti massimi sui prezzi di beni e servizi essenziali.
- Democrazia attiva: assemblee di cittadini con il mandato di formulare strategie per la sufficienza socialmente accettabili e di rafforzare le politiche basate sui limiti ecologici, sull’equità e sul benessere per tutti; e un ruolo più forte per i sindacati. Ad esempio: creazione di Forum per comprendere i bisogni locali, Conferenze sul clima, formulazione di Bilanci partecipativi.
Sono passati cinque anni dalla prima conferenza sulla “post-crescita”. All’interno della società civile e del mondo accademico, le criticità sulla crescita si sono rafforzate sempre di più. I dettagli di queste idee critiche sono attualmente in discussione al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea. Abbiamo a disposizione conoscenze scientifiche ed intuizioni politiche per trasformare le idee di decrescita e post-crescita in realtà. Le crisi che stiamo affrontando sono anche delle opportunità per dar vita ad un nuovo sistema in grado di garantire il benessere di tutti, consentendo al contempo una vita democratica vivace ed un modo di vivere che sia più lento ma altrettanto più gentile.
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Se la postcrescita è una crescita più piccola siamo punto e accapo. Se non si supera il sistema economico capitalistico che è connaturato con la continua crescita del profitto e quindi dell’estrattivismo dal patrimonio naturale, non si fermerà la catastrofe climatica, inquinamento, epidemie, fame e guerre. Questi appelli a mio parere sono addirittura controproducenti, individuano una speranza laddove c’è solo ineluttabile catastrofe. Parlare chiaro vuol dire individuare il problema e cercare soluzioni che non siano la ripetizione delle cause che hanno generato il problema.
Ben detto!