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Abbiamo chiuso la pace in un barattolo

Rosetta Cavallo
20 Dicembre 2014

pa

di Rosetta Cavallo

A scuola di pace

Maestra: “Tutti nel mondo parlano di pace, incitano alla pace. Ma che cos’è, secondo voi, la pace?”.

Manuela: “La pace è non fare la guerra“.

Francesco: “La pace è non odiare nessuno”.

Manuel: “La pace è andare d’accordo con tutti”.

Sara: “La pace è la speranza che tutti si vogliano bene”.

Veronica: “La pace è il rispetto per ogni persona, ogni cosa e ogni animale“.

Nicolò: “La pace è stare bene con gli altri”.

Elena: “La pace è la felicità che senti quando gli altri ti capiscono”.

Federica: “La pace è la gioia di vivere”.

Federica: “La pace è aiutare un amico e sentirsi felice”.

Luca: “La pace è fare un gioco che non ti piace perché non vuoi fare un dispiacere a qualcuno“.

Veronica: “La pace è non sentirsi mai soli“.

Sara: “La pace è capire quando sbagli e trovare sempre il tempo e il modo di dire …’scusa’ ‘mi dispiace’, ‘perdonami’”.

Costruttori di pace

Maestra: “Nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per costruire la pace?”.

Bambini: “Sì, possiamo rispettarci, aiutarci e volerci bene”.

“La pace la costruiamo anche noi, giorno per giorno. Per costruirla c’è bisogno della volontà di tutti, ma intanto ciascuno di noi si è impegnato a fare la propria parte esprimendo tanti buoni propositi e mettendoli in pratica”.

“Sarebbe bello poter racchiudere la pace in un barattolo e tirarla fuori tutte le volte che viene minacciata”.

Noi abbiamo respirato l’aria di pace durante l’intero anno scolastico: abbiamo realizzato il nostro barattolo magico e inserito quasi quotidianamente dei bigliettini che riportavano un messaggio positivo e la buona azione svolta da ciascuno di noi. Alla fine di ogni mese c’era la giornata dedicata alla lettura dei messaggi e alle nostre riflessioni sullo stare bene insieme.

Classe V A Scuola Primaria di San Pancrazio

Affetti collaterali

L’aspetto più emozionante è stato proprio il “respirare” un’aria positiva, serena che ha accompagnato tutte le nostre giornate. E da maestra … la gioia più grande l’ho vissuta attraverso gli occhi dei bambini. Occhi più attenti agli altri, alle parole e ai gesti.

Ho percepito il loro entusiasmo e la loro voglia di comportarsi bene e meglio dell’altro. Il desiderio di aiutare il compagno in difficoltà ed esserne orgoglioso. L’Aria di pace è stata come una medicina magica. Usata in tutte le relazioni sociali, ha prodotto tantissimi affetti collaterali. Ha supportato e facilitato i rapporti umani favorendo la solidarietà, l’aiuto reciproco, il rispetto e l’accettazione dei pregi e dei difetti dell’altro.

* maestra in una scuola pubblica di Faenza (Ravenna)
L’adesione di Rosetta Cavallo alla campagna 2014 di Comune, Ribellarsi facendo, è leggibile qui: Pensare al noi e non all’io
DA LEGGERE

Apprendere facendo

Come ripensare il mondo a partire della scuola? Servono pensiero critico e spazi comuni. Occorre creare quelle che Ivan Illich chiama trame dell’apprendimento, dove imparare facendo. Uno spazio web con articoli, saggi, notizie, interviste, link, video sull’universo dell’apprendere, sulla scuola, sull’imparare ad imparare

Facciamo pace

Rosaria Gasparro | «Ci mettiamo in cerchio e ci diamo la mano. Iniziamo con questo rituale il “tempo per noi”», scrive Rosaria, maestra. Oltre il pacifismo di facciata, c’è una scuola che non rinuncia ad essere laboratorio di gestione del conflitto

Come nasce una rete di pace

Luciana Bertinato | Pratiche di una buona scuola che esiste già, da Soave a Gaza, passando per la rete “C’è speranza se accade @”

Quel sindaco e i bambini della seconda C

C’è un maestro ad Asti che passa il tempo a ragionare di pace con i bambini della sua scuola elementare, leggendo don Milani e Sandro Pertini. E poi c’è un sindaco che da Messina chiama in classe per approfondire il tema. Cittadini ribelli crescono

Manifesto di una scuola smilitarizzata

È ora di rafforzare l’impegno nell’educazione alla pace coinvolgendo insegnanti, studenti, dirigenti scolastici, occorre escludere dalle proposte formative le attività proposte dalle Forze armate, rifiutare di esporre nelle scuole i loro manifesti pubblicitari e respingere le nauseanti iniziative di propaganda alll’arruolamento

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