
Mi prendo cura di due persone anziane, con patologie pregresse, un quadro clinico compromesso e disabilità motoria. Quelle considerate a rischio e che una narrazione priva di compassione, considera i morituri possibili, tanto l’hanno già fatta la loro vita. Entrambe pressoché sorde, e una anche non vedente, non sanno del covid 19, e si affidano a me che, a seconda dei punti di vista, potrei essere ancora giovane per lavorare o anziana da annoverare nelle categorie a rischio. L’ossimoro di una giovane anziana, quindi.
Tocca a me, per quanto possibile, proteggerle dalle goccioline emesse con la tosse e gli starnuti, le temibili e possibili droplets, che trasmettono per via aerea il virus. Tocca a me proteggerle dalla vulgata indegna e meschina che le considera percentuale sacrificabile, i già condannati per anagrafe e malattie, per sottrarle a quel tasso letale o mortale, che dir si voglia (ho scoperto da poco la differenza tra i due).
Nel frattempo non le bacio più, mi lavo le mani sessanta secondi per volta, mantengo le distanze e mi arrovello se portare una di loro, che nel frattempo dice di vedere la Madonna, al controllo fissato da tempo in ospedale.
Intanto si snocciolano i dati per rassicurare i sani e i forti, i giovani, i salvabili. Ed invece è così aperta e vulnerabile la frontiera dei fragili, dei vincibili, così trasversale, così malconcia e immunodepressa. I pre-esistenti, per acciacchi. Quei deboli che ci ritroviamo a essere un po’ tutti, quando meno ce lo aspettiamo o quando è da tempo la nostra abituale condizione, i deboli per i quali va mantenuto lontano il contagio. E anch’io mi adopero per allontanare il piede di due ultranovantenni dalla fossa, anche solo per un giorno in più. A casa delle ragazze del novecento, le ragazze con le collane di perla, c’è ancora vita. Senza dati, solo buon senso.
Che tenerezza infinita si leva di fronte all’idiozia collettiva, che prima corre ai supermercati per saziare il proprio bulimico egoismo senza rendersi conto che lì trova l’affollamento che poi evita evitando la frequentazione di scuole, teatri, mezzi pubblici, ospedali, musei, chiese! Tutto va schivato, isolato, circoscritto…tranne i templi del consumismo. Lì dentro, tutto è sacrificabile. Anche l’ultimo barlume di umanità. Grazie ai media del terrore!
Prof è lei?