L’organizzazione di valutazione del ministero dell’ambiente del Perù riferisce che per ora l’area danneggiata è di 1.739.000 metri quadrati, più di quella dell’intera provincia di Milano, ma potrebbe estendersi ancora parecchio. La prima stima dei danni è di quasi 35 milioni di dollari. Il disastro è avvenuto il 15 gennaio sulla costa del Pacifico della provincia peruviana di Callao, non lontano da Lima. Un’onda generata dallo tsunami seguito alla lontanissima eruzione sottomarina dell’arcipelago di Tonga (più violenta di quella di Pompei del 79 dopo Cristo) ha prodotto lo sversamento di seimila barili di idrocarburi dalla petroliera battente bandiera italiana Mare Doricum. Gli armatori si dichiarano sereni ed estranei ai fatti. La nave era impegnata in un’operazione presso la raffineria La Pampilla dell’impresa spagnola Repsol, che in un primo tempo aveva parlato solo di qualche decina di litri di petrolio finiti in mare. La notizia non ci pare abbia avuto il risalto che merita. Alessandro Ghebreigziabiher, scrittore, attore e regista teatrale, la interpreta a modo suo immaginando il dialogo di due albatros che sorvolano la zona
Lassù dove difficilmente arriviamo.
Laggiù, ove altrettanto sarà arduo metter piede.
In qualche giorno di un futuro probabile, di questo ottuso passo…
«Fratello, rallenta…»
«Perché, sorella?»
«Ascoltiamo il vento cosa ci racconta oggi.»
«Ma è sempre la stessa storia, il governo fa gli inciuci con le multinazionali e incassa le tangenti, ma quando le cose si mettono male si scannano a vicenda.»
«Sì, hai ragione, ma male non ci fa sentirla di nuovo, hai visto mai che possiamo evitare di imitarli. Silenzio ora e ascolta…».
“Le onde anomale dell’eruzione vulcanica nei pressi di Tonga hanno causato una fuoriuscita di petrolio sulle nostre coste, il peggior disastro ecologico degli ultimi anni!”
“Non esageriamo… si tratta di una fuoriuscita limitata e lavoreremo con le autorità per rendere di nuovo pulite le spiagge.”
“Limitata un corno, la Repsol dovrà risarcire immediatamente i gravi danni arrecati a centinaia di famiglie di pescatori e per aver messo in pericolo la flora e la fauna in due aree naturali protette.”
“Ci dispiace, ma è colpa dello Tsunami, non siamo stati mica noi a causare questo disastro ecologico e non possiamo dire chi sia il responsabile.”
“Balle, la colpa invece è proprio di voi della Repsol, perché apparentemente non avevate un piano di emergenza per una fuoriuscita di petrolio”.
“La colpa allora è anche vostra, perché ci avete concesso di costruire la nostra raffineria a un passo dal mare e sono quasi trent’anni che vi beccate la vostra fetta di guadagno”.
“Io trent’anni fa non ero qui, la colpa casomai è dei ministri precedenti”.
“È pure tua, perché ogni governo eredita onori e oneri di chi c’era prima”.
“Ma soprattutto di voi della Repsol se i metalli pesanti del petrolio greggio che è stato versato in mare rimarranno nell’ecosistema per molti anni, rendendo pesci, molluschi e altre specie marine pericolose per il consumo umano e influenzando l’intera catena alimentare marina”.
“Allora sai che c’è? Neanche io ero qui trent’anni fa, sono stato assunto l’anno scorso”.
“Ogni amministratore eredita eccetera, chi di oneri e onori ferisce…”.
…
“Senti, invece di farci la guerra tra noi, comportiamoci da persone civili e arriviamo a un compromesso come si è sempre fatto, no?”
“34,5 milioni di dollari”.
“Cos’è, un’altra tangente?”.
“Sì. Cioè… no, è il prezzo da pagare per i poveri pesciolini, i pinguini tutti inzaccherati e i granchi avvelenati”.
“Uno sconticino?”.
“Vedremo”.
“Okay, basta che la smettiate di andare a dire in giro che è colpa nostra. Oppure aggiungete che è anche vostra”.
“D’accordo, appena la banca ci conferma il bonifico. Nel frattempo…”
…
“Non è colpa nostra!”
“Sì, che lo è, non avete previsto le onde anomale dell’eruzione vulcanica nei pressi di Tonga che hanno causato una fuoriuscita di petrolio sulle nostre coste, il peggior disastro ecologico degli ultimi anni!”
“Non esageriamo…”.
«Ma che ricomincia da capo?»
«Certo, fratello, come sempre. Vanno avanti sino a quando la gente si stufa e cambia canale o applicazione».
«Noi non saremo mai così stupidi, vero sorella? Promettimelo».
«Te lo assicuro, oltre che promettertelo. Mi piace troppo questo pianeta e a te?».
«Da matti, soprattutto ora che di quelli c’è rimasta solo l’eco…».
Il testo di Alessandro Ghebreigziabiher compare, come sempre, nella sua rubrica di Storie e notizie, arrivata al numero 1980. Il suo prossimo spettacolo di narrazione, che presenta l’ultimo libro “Agata nel paese che non legge” si tiene
sabato 12 febbraio 2022 alle 17.30, Libreria Lotta, di Roma
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