Quasi tutti i venti bambini bruciati nei giorni scorsi nella scuola di paglia della capitale del Niger avevano tre anni. E di paglia, materia molto usata per i tetti delle case tradizionali nigerine, sono anche le migliaia di figli di famiglie povere che non possono permettersi le scuole private che prosperano sullo sfacelo della scuola pubblica. Studiano in aule di fortuna che, se permettono un minimo di riparo dal sole cocente di stagione, sono poco funzionali per la stagione delle piogge e più ancora vulnerabili al fuoco. Altrove, a Niamey la bella, impazza la modernizzazione, con il nuovo areoporto internazionale, grattacieli, ponti, edifici pubblici rinnovati, hotel con varie stelle e strade con tanto di cavalcavia che si inaugurano ogni anno per poi testimoniare l’esito delle grandi e solenni promesse elettorali. Tra le quali spicca, puntualmente, la priorità giurata all’educazione come veicolo di trasformazione. Poi ci sono i bambini poveri, fatti con una mescolanza di sabbia e paglia, fragili e invisibili nella vita corrente, balzati alla cronaca loro malgrado e troppo tardi. Per esistere bisogna prima scomparire, scrive Mauro Armanino, che li conosce bene
Erano arrivati da poco. Tre anni sono nulla nella vita di una persona. La quasi totalità dei bambini bruciati nella scuola di paglia di Niamey avevano proprio quell’età. Il martedì scorso era stato l’inizo del mese santo, il Ramadan, uno dei cinque ‘pilastri’ dell’Islam. E’ per la terza volta in qualche anno che la stessa scuola aveva subito incendi che avevano spinto le autorità a costruire nuove classi in materiale solido. Non tutte però, perché almeno 21 aule, tutte di paglia, sono andate in fumo in breve tempo, seminando morte e desolazione. Ciò è accaduto in uno dei quartieri più poveri della capitale, conosciuto col nome popolare di ‘Pays Bàs’, Paesi Bassi, così come si addice alla ben più nota Olanda. La zona non è lontana dal nuovo aeroporto internazionale, costruito nei tempi previsti da una compagnia turca di costruzioni specializzate. La ventina di bimbi e un adulto, morti nell’incendio, hanno fatto insieme un ultimo viaggio senza ritorno.
La paglia è usatissima nei villaggi e in città per i tetti delle case tradizionali, per le recinzioni di cortili e di animali o come abitazioni di fortuna per famiglie che vivono di precarietà nei quartieri della capitale. Ben intrecciata, la paglia è usata anche in ambito scolastico per aule di fortuna nelle quali la provvisorietà si trasforma spesso in stato permanente. Di paglia, infine, sono le migliaia di figli di famiglie povere che non possono permettersi le scuole private che prosperano sullo sfacelo della scuola pubblica. Aule di fortuna che, se permettono un minimo di riparo dal sole cocente di stagione, sono poco funzionali per la stagione delle piogge e più ancora vulnerabili al fuoco. Mescolata col fango, la paglia è utilizzata per farne mattoni o pareti che resistono il tempo necessario e che, se rivestite di uno strato di cemento, offrono maggiore garanzia di durabilità e igiene. La paglia, nel suo piccolo, conserva qualcosa della cultura tradizionale, nobile e austera.
Come altre capitali del continente, in particolare nell’Africa occidentale, anche Niamey ha subito lo stesso trattamento di ‘modernizzazione’ occorso altrove. Niamey Nyala, Niamey la bella, nella quale ogni regime si sente il dovere di intervenire, si è ingrandita. Sono state distrutte le vecchie abitazioni di fango e paglia, per lasciare il posto a grattacieli, ponti, edifici pubblici rinnovati, hotel con varie stelle come arredo e strade con tanto di cavalcavia che si inaugurano a ritmi annuali. Grazie alle scuole di paglia si notano i resti del villaggio di pescatori lungo il fiume Niger, che rappresentava Niamey quando fu scelta come nuova capitale del Paese. Sabbia e paglia sono gli elementi che tengono insieme la storia umana che si dipana e divide nella scelta alternata tra questi due preziosi materiali. Ci sono bambini che sono una mescolanza dei due, fragili e invisibili nella vita corrente, balzati alla cronaca loro malgrado e troppo tardi. Per esistere bisogna prima scomparire.
Di paglia è stata la politica di questi anni che ha privilegiato quanto seduce e serve un’infima minoranza della popolazione. Cantieri di una certa importanza che, oltre al prestigio del regime, hanno contribuito a ‘ricompensare’ imprese e commercianti complici del potere. Parole, promesse elettorali, convegni, viaggi, aiuti esteriori, priorità giurata all’educazione come veicolo di trasformazione e poi aule di paglia per i più poveri come conclusione. Certamente la tragedia poteva e doveva essere evitata. L’inizio del mese di Ramadan avrebbe potuto essere differente per le famiglie che hanno perso per sempre i loro piccoli. Ciò che invece questo dramma rivela è, appunto, la politica di cui i poveri, di paglia, sono stati come sempre le vittime. Loro, i bimbi di paglia e cioè carne e sangue della nostra sabbia, sono partiti ancora prima dell’appello per l’unica scuola aperta e concepita per i poveri. Lì si insegna solo quanto servirà a creare un mondo differente da quello che si trova adesso nelle città. Ci sarà da mangiare e bere acqua fresca a sazietà. Ci sarà un tempo per giocare per tutti senza discriminazioni di genere o di età. Non ci saranno né muri né recinzioni perché la scuola si trova in mezzo agli alberi, coi fiori e l’erba appena nata. Gli insegnanti faranno le lezioni a turno, cominciando da coloro che sono appena arrivati.
Niamey 18 aprile 2021
stella gaetano dice
E CHI SCAPPA PER “INSEGUIRE” LA VITA…SE SUPERA IL DESERTO…E ARRIVA AL MARE…spesso trova un mare in tempesta… per 2 giorni (DUE GIORNI!) soffre tra la vita e la morte…chiede aiuto…aspetta…soffre si dispera…perde le forze…si aggrappa a ciò che può…ma nessuno sente, nessuno ascolta, è solo, totalmente solo,con altri come lui..che non hanno nome…nel mare dove affoga LA CIVILTA’ OCCIDENTALE…g.s.
130 PERSONE “ANNEGATE “NEL MARE DELLA VERGOGNA…
Le “AUTORITA'” della UE e FRONTEX sapevano della situazione di emergenza MA HANNO NEGATO IL SOCCORSO. La portavoce dell’ONU -OIM ha detto:” “Gli stati si sono opposti e si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per 2 giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. E’ questa l’eredità dell’Europa?”
IL MEDITERRANEO E’ IL MARE PIU’ INQUINATO AL MONDO. E’ UN CIMITERO DI “PLASTICA”. E’ il cimitero della cultura “fossile”dell’usa e getta del “nostro” stile di vita. Per difendere il quale abbiamo (?) fatto guerre assieme all’alleato USA atlantico-NATO osannato come discrimine per questo governo di MIGLIORI. Ed è IL MARE DELLA VERGOGNA. Dove uomini/donne/bambini , derubati schiavizzati affamati…stuprati da secoli…ora cercano di SOPRAVVIVERE…cercano la vita… e trovano la morte nel cimitero senza croci del NULLA della nostra/vostra CIVILTA’.
CARA UE CARO BANCHIERE NOMINATO PRESIDENTE CARI “MIGLIORI” …siete UN BRANCO DI ASSASSINI NEGANDO IL VACCINO STATE SANCENDO UNA NUOVA SHOAH …negando il soccorso nuotate nel mare della vostra DISUMANITA’. Io vi auguro di affogare! VERGOGNA! -Gaetano Stella –
-passaparola!-http://blog.gaetanostella.it