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Bambine e ragazze senza paura

Natalia Bonilla | 29 Dicembre 2017 | 0 commenti

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Maratona in bici a Bogotà (ottobre 2016): le foto di questo articolo sono tratte dalla pagine fb di “Niñas sin Miedo”

 

di Natalia Bonilla

Per Natalia Espitia, imparare ad andare in bicicletta divenne una forma di terapia dopo che lei sopravvisse a un tentativo di assalto sessuale. Andare in bicicletta, dice, l’ha aiutata ad andare oltre la paura di camminare in spazi pubblici: “Hai bisogno di bilanciamento mentale per pedalare… la bicicletta permette alle donne di sentirsi indipendenti e mobili”.

Perciò, nel marzo 2016, Espitia ha fondato “Niñas sin Miedo” (“Bambine/Ragazze senza paura”), un’organizzazione che lavora per promuovere i diritti umani istruendo le ragazzine sulla violenza sessualizzata e offrendo conferenze e seminari sulla prevenzione della gravidanza durante l’adolescenza, l’abuso sessuale e le molestie. Rinforza anche le ragazze insegnando loro ad andare in bicicletta insieme. “Ho preso la decisione pensando che la bici avrebbe fatto alle bambine lo stesso bene che ha fatto a me”, spiega Espitia.

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Il 1° ottobre scorso, “Niñas sin Miedo” ha tenuto la sua prima maratona ciclistica a Bogotà (ndt.: in immagine sopra) durante i preparativi per il Giorno internazionale della Bambina, commemorato annualmente dalle Nazioni Unite dal 2012. Circa cento persone hanno partecipato alla maratona, che è stata guidata da dozzine di ragazzine con le magliette rosa. L’evento è stato significativo, ha detto Espitia, perché era la prima volta che le ragazzine viaggiavano sino a Bogotà. “Vogliamo mettere nell’agenda mondiale il potenziamento di donne e ragazze tramite gli sport. Con l’aiuto di altri alleati internazionale e del mondo accademico, possiamo contribuire a ridurre la violenza sessualizzata contro le ragazze”.

“Niñas sin Miedo” lavora principalmente a Soacha, una piccola città a sud di Bogotà, ove circa il 40 per cento dei residenti sono colombiani provenienti da altre parti del paese che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La lunga guerra, durata decenni, fra governo, ribelli, paramilitari e trafficanti di droga ha reso sfollati all’interno del paese almeno sette milioni di colombiani, secondo i dati delle Nazioni unite.

Soacha è fatta di molteplici quartieri, in precedenza considerati insediamenti. Ma le sue condizioni sono catastrofiche. I crimini violenti continuano ad aumentare e la disoccupazione è alta. Le strade sono di terra battuta, non c’è sistema fognario nè acqua corrente. E minimo un 20 per cento della popolazione è composto da bambine minori di quattordici anni, dice l’organizzazione. “Abbiamo scoperto che ci sono due questioni principali, qui: l’abuso sessuale e le adolescenti incinte”, racconta Espitia.

L’organizzazione offre lezioni su sessualità, autostima, cura di sé e discussioni su come identificare e prevenire situazioni di abuso. Aiuta anche le ragazzine a creare relazioni salutare interpersonali e familiari. Lo scopo del programma è dare fiducia alle bambine e alle adolescenti affinché usino le loro proprie voci. Su un corso di circa trenta partecipanti, alcune sono studentesse universitarie che sono d’aiuto nello stabilire legami più importanti con le ragazze più giovani, offrendo loro spazi sicuri per la conversazione sulle loro esperienze.

Scarica subito qui il quaderno Un movimento a pedali (edizioni Comune)

Da quando l’organizzazione è stata creata, Espitia ha visto che “le ragazze hanno migliorato il loro pensiero critico in termini di violenza di genere e di violenza sessuale”. Ora, dice, “sanno che possono essere discriminate per il loro genere o perché hanno le mestruazioni”.

Una quindicenne, che ha chiesto di restare anonima per proteggere la sua privacy, dice che il tempo passato con le volontarie dell’organizzazione l’ha spinta ad aprirsi di più: “Sento che posso raccontare loro i miei problemi più profondi e che loro mi ascolteranno. Ci hanno parlato di cosa posso fare in caso qualcuno non mi rispetti. Ho capito di avere dei diritti. Non avevo mai raccontato a nessuno cosa mi è successo. Loro mi hanno aiutata a guarire il passato”. Il programma, ha aggiunto la quindicenne, l’ha aiutata a credere nei suoi sogni.

Sin dal suo lancio nel 2016, l’organizzazione ha ricevuto grande sostengo da gruppi locali e internazionali. Nello scorso novembre, ha ricevuto il Premio “Jaime Esparza Rhénals” che dà riconoscimento alle iniziative di spirito imprenditoriale che hanno impatto sociale sul paese. “Niñas sin Miedo” ha anche ricevuto quindici milioni di pesos (ndt.: 4.257 euro), il che permette all’organizzazione di sviluppare i suoi programmi su scala più vasta.

Nel frattempo, ogni fine settimana, dozzine di bambine e adolescenti si radunano per partecipare ai seminari e andare in bicicletta insieme. A volte scherzano e fanno battute con le amiche, a volte fanno gare fra di loro. E nel mentre tutte in fondo condividono la stessa pena, ora avranno per sempre uno sbocco per la gioia.

 

Articolo scelto e tradotto da Maria G. Di Rienzo. Titolo originale In small-town Colombia, a group empowers girls one bike at a time (fonte womensmediacenter.com).

Tags:Bici, Colombia, donne, educare, violenza

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