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Il bisogno del nemico

Monica Pasquino | 30 Gennaio 2016 | 0 commenti

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di Monica Pasquino

Non ci saranno solo le anime più reazionarie della Chiesa, nè l’ideologico Comitato “Difendiamo i nostri figli”, al Family day di oggi. A riempire di corpi il Circo Massimo e a decretare il successo dell’iniziativa sarà la presenza di numerose famiglie cattoliche, in primis neocatecumenali (naturalmente l’universo cattolico è molto più plurale di quanto i grandi media mostrano, leggi Famiglia, menzogne e mistificazioni di Ernesto Balducci o il documento del movimento Noi siamo chiesa, ndr). Cosa le spinge a partecipare, da cosa sono animate?

Molti di questi genitori hanno inoltrato a parenti e a gruppi classe messaggi allarmistici per mettere in guardia amici e conoscenti contro i pericoli della “dittatura gender”, parole copiate e incollate su e giù per lo stivale, trasmesse tramite cellulare, facebook e whatsapp. Una parte di loro ha sicuramente visto il video Gender revolution di ProVita e ne è rimasto inquietato, mentre ad altri sarà sembrato un po’ eccessivo. Solo in pochi hanno sfogliato testi che sostanziano l’opera di diffamazione sul genere e sull’educazione alle differenze – come Gender distruzione o Educare al maschile e al femminile – senza comprendere che sono libri confusivi e semplificatori, pieni di errori scientifici. Tutti, ma proprio tutti, sono in piazza per difendere i propri affetti, perché hanno paura per il futuro dei propri figli e vogliono lottare per il loro benessere. Eppure nessuno, tra quelli in piazza, si domanda com’è la vita nella scuola che ogni giorno è frequentata dai propri figli e figlie, cosa accade nelle classi, nel cortile, tra i corridoi e dietro le porte dei bagni, né ha curiosità di sentire “l’altra campana” e di sperimentare in prima persona cosa si discuta nei corsi organizzati dalle associazioni che cospirano per promuovere “l’ideologia gender”.

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Se mi chiedessero cosa facciamo nei laboratori di educazione sentimentale, di prevenzione al bullismo e all’omofobia, di contrasto agli stereotipi di genere, risponderei a questi genitori preoccupati raccontando innanzitutto quel che accade in classe quando noi non ci siamo. Comincerei dal bullismo: ne è vittima un ragazzo/a su tre tra gli undici e i diciannove anni, negli ultimi anni è aumentata la presenza di ragazze tra gli aggressori. Continuerei con qualche dato sulla sperimentazione di droghe e abbuffate alcoliche, forse non tutti sanno che in Italia si inizia dai dodici anni. E poi parlerei di un fenomeno che gli adulti hanno difficoltà a inquadrare bene, visto la sua complessità, l’autolesionismo (bruciarsi con le sigarette, farsi dei tagli…), a partire dai tredici anni quasi il 40 per cento ne ha fatto esperienza. Affronterei naturalmente anche il tema della sessualità: tre adolescenti su quattro approcciano per la prima volta al sesso attraverso internet; uno su quattro è a rischio di dipendenza pornografica; la maggioranza degli adolescenti ha esperienza di sexting, cioè ha fatto, spedito o condiviso foto o video erotici.

10547147_842970689055552_2248408930779196413_oMolto diffusa è anche la prassi delle baby doccia, ragazze che offrono sesso orale nei bagni delle scuole, in cambio di sigarette, ricariche del telefono, soldi o anche solo per acquisire potere all’interno del gruppo. Concluderei raccontando che tra le adolescenti è in aumento la contraccezione di emergenza del 12 per cento, che la “prima volta” è ancora senza preservativo e che quasi il 40 per cento degli under quindici ha avuto un rapporto sessuale, ma certo i genitori non ne erano a conoscenza.

Rifugiarsi in una verità data con termini semplificatori, per quanto assurdi, è più facile che mettere in gioco il proprio ruolo genitoriale e interrogarsi sul valore del rispetto e della differenza, ma non aiuta le scuole ad essere spazi di accoglienza e sicurezza, in cui ognuno/a può sentirsi a proprio agio e crescere in autonomia. La possibilità di costruire un futuro migliore per chi amiamo inizia da noi, dalla nostra consapevolezza, non dalla guerra a un nemico immaginario, il gender e l’educazione alle differenze. Molte sono le cause del disagio e delle violenze che ogni giorno si verificano tra le mura delle scuole, ma considerarne l’ampiezza e problematicità e analizzarle è un compito troppo faticoso e doloroso, meglio andare ad ascoltare i predicatori del Family Day.

 

DA LEGGERE

La famiglia è diversa su tutta la terra Ascanio Celestini

Un paio di cose sulle lezioni di antropologia di Angelo Bagnasco

Quella folla in piazza San Giovanni Laura Fano 

Veleni, deliri e pericoli della manifestazione del 18 giugno “Stop gender”

Una scuola senza stereotipi di genere Monica Pasquino 

Da Siracusa a Bologna passando per Roma. Da nord a sud, tre piccole associazioni – Stonewall, Il Progetto Alice e Scosse – hanno lanciato un incontro nazionale, sabato 20 settembre 2014, a Roma, tra associazioni, insegnanti, esperti, educatori ed educatrici che quotidianamente lavorano nelle scuole e negli spazi extrascolastici per la costruzione […]

 

Tags:diritti, famiglia, genere, primo piano, unioni civili

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